“Un percorso tra spiritualità e glamour, immaginazione e ricerca sulla sostenibilità”: così l’Ordine degli Architetti di Roma, esprimendo “vicinanza alla famiglia per la significativa scomparsa”, sintetizza la carriera dell’architetto Giusto Puri Purini, morto il 21 agosto all’età di 79 anni a Corsano (Lecce) in quel Salento, che aveva individuato come suo luogo di elezione.
Nato a Roma il 1° gennaio 1944, Giusto Puri Purini iniziò la carriera, prima ancora di laurearsi in architettura a Venezia, come scenografo in alcuni film didattici per la tv di Roberto Rossellini, tra cui gli “Atti degli Apostoli” e “Socrate”. Ha poi lavorato come project manager per i Vivai Del Sud dal 1972 al 1977 di Piero, Giorgio e Gianfranco Di Pierri, leader del design romano.
Protagonista di una lunga collaborazione con gli architetti Gepy e Maurizio Mariani, nel 1978 fondò lo studio di architettura Puri Purini con cui ha promosso l’immagine del design e dell’architettura italiana nel mondo, attivando un nuovo modo di sentire l’integrazione tra gli spazi interni ed esterni, sempre all’insegna della sostenibilità e del rispetto dei luoghi. Artefice di ville nel nord Italia, sullo stretto di Messina, Sabaudia e Roma per celebrità del mondo dell’arte, dello spettacolo e della finanza, Puri Purini è stato anche il progettista di discoteche romane che sono state al centro della vita mondana tra gli anni ’80 e ’90, come il Gilda e l’Alien, di proprietà dell’imprenditore Giancarlo Bornigia, per il quale curò anche i locali di Fregene.
Puri Purini ha realizzato l’ambasciata italiana a Stoccolma, in Svezia; ha lavorato con il Cnr allo studio di una piramide in acciaio e cristallo, autosufficiente dal punto di vista energetico presentata alla Fiera del Levante a Bari nel 1988 e con varianti nel 1990 alla Fiera di Milano e da qui è diventata un laboratorio scientifico italiano all’ombra dell’Everest. Ha partecipato agli Expo di Lisbona (1998) e Hannover (2000). Nel 1998 gli venne affidata la ristrutturazione del palazzo della Farnesina per dare agli ospiti un’immagine contemporanea del nostro Paese, caratterizzata dalla stretta interazione tra architettura, arte e creatività artigianale; questa nuova immagine è stata completata dall’allestimento di una collezione d’arte moderna tra le più importanti in Italia, proseguita nei giardini e negli interni del Circolo del Ministero degli Affari Esteri. Proprio questa collezione d’arte testimonia il lavoro peculiare di Puri Puruni, dove l’architettura, l’interior design e l’arte si fondono per ottenere un unico grande risultato nel miglioramento della qualità della vita. Costante è stata la sua collaborazione con artigiani e soprattutto artisti come Tano Festa, Franco Angeli, Massimo Catalani, Arnaldo Pomodoro, Sandro Chia e Piero Dorazio. Negli anni ’80 Puri Purini approdò negli Stati Uniti, dove ha realizzato vari show-room tra New York, Miami e Los Angeles (Vivai del Sud, Casanova, Casa Bella, ecc.) e numerosi interventi di interior design. Ha operato in Arabia Saudita, in vari paesi europei, in Malesia e Singapore. Proprio con l’allestimento di una mostra sul genio del Rinascimento, “Leonardo in India” (1987), a Nuova Delhi e Bombay, Puri Purini, ricorda l’Ordine degli Architetti di Roma, entrò “in contatto diretto con il luogo d’origine della cultura a cui si interesserà e rimarrà legato per tutta la vita” – ai primi anni del Duemila risale la proposta di trasformazione per Auroville, la ‘città universale’ fondata nel Tamil Nadu alla fine degli anni ’60 su disegno dell’architetto Roger Anger. Puri Purini ha realizzato, inoltre, gli allestimenti per le mostre di grande successo “Da Giotto a Malevich, 800 anni di rapporti tra l’Italia e la Russia” (2004) alle Scuderie del Quirinale e “La memoria del futuro” (2005) al Maschio Angioino di Napoli.