La prima edizione di ‘Roma Arte in Nuvola’, la fiera internazionale di arte moderna e contemporanea, si svolgerà dal 18 al 21 novembre all’Eur nello spazio della ‘Nuvola’, che accoglierà, in 7.000 metri quadrati distribuiti sui vari livelli, 159 espositori tra Gallerie italiane ed estere, Progetti speciali, Editori d’arte.
La proposta si dividerà in due filoni: moderno (al General Floor) e contemporaneo (al primo piano del Forum). Tre saranno le sezioni, divise tra Main section, New entries e Solo Show. Di 100 gallerie che hanno aderito, ben 32 sono romane con “caposquadra” La Nuova Pesa di Simona Marchini, che curerà il focus La storia delle gallerie romane. Tra i progetti speciali distribuiti nei7000 metri quadri dell’hub di Roma Eur, ci sarà l’esposizione di due arazzi di Sironi e dell’opera Senza Titolo (Labirinto) Nabuccodi Kounellis. Sulla vetrata esterna campeggerà, invece, l’intervento dell’artista tedesco di base a Londra Lothar Götz, mentre l’artista americana Janet Echelman realizzerà una delle sue sculture plastiche in fibra, “una medusa lavorata con materiali policromi e d’impatto”. Nonostante le ottime intenzioni, di primo acchito verrebbe da commentare “si poteva osare di più”, magari puntando meno sul figurativo di opere come The Goddess of All Things diCyril de Commarque o Luci di Nara Pietrificata di Igor Mitoraj per coinvolgere artisti più sperimentali, sul versante del digitale e del multimediale. Tra i partecipanti si leggono i nomi di Patrick Tuttofuoco, Pamela Diamante, Daniel Gonzàles e Iakovos Volkov.
Tra i progetti di Arte in Nuvola, sarà accolto anche Israel Landscape, curato da Vera Pilpoul e da Ermanno Tedeschi. Israele, scelto come paese ospite della prima edizione della fiera, con una collettiva di 17 artisti cercherà di riflettere le plurime sfaccettature di una realtà statale di migranti, gli Olim “quelli che accorsero da tutto il mondo verso la Terra Santa“, spiegano i curatori. Gli artisti differiscono per background, cultura, etnia: parteciperà la drusa Fatma Shanan, l’israeliana di origine etiope Michal Mamit Worke ed esponenti della comunità ortodossa come Chana Goldberg; le opere spazieranno dal ricamo alla fotografia, dalle tecniche tradizionali ad installazioni multi-materiche. Verranno anche organizzati degli incontri con storici, critici e collezionisti con lo scopo di aprire una finestra sulla cultura israeliana.