Arte e storia declinate al femminile

Con la 13ma edizione del ‘’Premio Arte: Sostantivo Femminile’’ oltre 100 le donne scelte in ogni ambito, dalla biologia (Gallavotti) alla letteratura (Stefania Auci), fra le vincitrici di quest’anno.

PREMIO ARTE SOSTANTIVO FEMMINILE

Centoquattro donne, tutte speciali e ognuna di loro, a modo proprio, un’artista nel proprio campo d’azione. Dopo tredici edizioni è questo il ‘bottino’ del ‘’Premio Arte: Sostantivo Femminile’’, ideato e organizzato dall’associazione A3M presieduta da Maddalena Santeroni.

 “Il Premio – spiega la presidente e artefice della manifestazione  – sceglie ogni anno otto donne (un riferimento all’8 marzo, giorno della Festa della Donna) che con il loro lavoro fanno crescere la cultura in ogni ambito’’.

Per dare la misura dello spessore del riconoscimento, basta ricordare i nomi della prima, l’artista Giosetta Fioroni, e dell’ultima premiata in ordine cronologico, la curatrice Dora Stiefelmeier, ‘anima’ (con Mario Pieroni) della galleria romana RAMradioartemobile.

Tra i due poli una girandola di talenti: dal 2009 ad oggi nomi si sono passate il testimone la mecenate Graziella Lonardi Bontempo, Ginevra Elkann (oggi produttrice), Elisabetta Belloni (da maggio 2021 al vertice dei servizi segreti), Carla Fendi e Laura Biagiotti (nomi leggendari della moda italiana).

E ancora l’imprenditrice Nicoletta Spagnoli, l’attrice e gallerista Simona Marchini, l’artista internazionale Marina Abramovic, l’etoile della danza Eleonora Abbagnato, il direttore creativo della maison Dior Maria Grazia Chiuri (una romana eccellente), fino alla stessa direttrice della Galleria Nazionale che ospita da sempre la cerimonia annuale, Cristiana Collu. 

L’appuntamento del 2021, che arriva dopo la sospensione del 2020 causata dalla pandemia, ha premiato insieme a Stiefelmeier, Barbara Alberti (scrittrice), Simona Argentieri (psicoanalista), Stefania Auci (scrittrice), Renata Boero (artista), Maria Grazia Cucinotta (produttrice), Barbara Gallavotti (biologa), Beatrice Rana (pianista). Ecco perché la Storia e l’Arte sono una materia da declinare al femminile.

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