Auguri a Lina Wertmüller, i 90 anni di un talento del cinema italiano

È stata la prima regista donna candidata all’Oscar per la regia. La vita della “signora con gli occhiali bianchi”

Lina Wertmüller con i suoi immancabili occhiali bianchi vista da © Augusto De Luca

Auguri a Lina Wertmüller, la “signora con gli occhiali bianchi” del cinema italiano che compie oggi 90 anni. La regista è stata la prima donna candidata agli Oscar per il suo Pasqualino settebellezze. 

Nata a Roma il 14 agosto 1928, il vero nome è Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, figlia di un avvocato lucano di origini svizzere e di una romana, conosce a scuola Flora Carabella, la prima moglie di Marcello Mastroianni e si avvicina cosa al mondo della settima arte. 

Inizia a dirigere spettacoli teatrali e programmi TV, lavora come segretaria d’edizione prima e come aiuto regista di Federico Fellini fino al suo esordio dietro la camera nel 1963 con I Basilischi. 

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Nello stesso anno dirige per la TV l’adattamento de Il Giornalino di Gian Burrasca e già da questa regia il suo talento e l’innovazione la fanno da padrone. Wertmüller affida a Rita Pavone il ruolo del terribile Gian Burrasca e lasciata da parte la TV, inizia a a dirigere numerosi successi al cinema interpretati da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, una delle coppie d’oro del cinema italiano.

Sono loro due i protagonisti di Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), nota per il suo stile di regia e per i suoi “immancabili” occhiali bianchi, Wertmüller manifesta sin da subito una passione per i titoli chilometrici, oltre ai due film già citati: Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica (1996).

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E con la storia del guappo Pasqualino Settebellezze che arriva per Lina Wertmüller la fama e la conferma a livello internazionale: il film ottenne ben quattro nomination agli Oscar, miglior film straniero, attore protagonista, sceneggiatura originale e regia, la prima volta di una donna in questa categoria. Per aspettare la seconda nomination agli Oscar per un’altra regista donna si dovrà aspettare l’ultima edizione dei premi dell’Academy con la candidatura di Greta Gerwig per il suo Lady Bird.

Sul lato sentimentale, Wertmüller inizia una storia d’amore e un sodalizio lavorativo con lo scenografo Enrico Job, fino alla morte avvenuta dieci anni fa nel 2008. I due hanno avuto una figlia Maria Zulima Job. Ed è la zia dell’attore Massimo Wertmüller. 

È difficile selezionare alcuni dei titoli che hanno segnato la sua straordinaria carriera, fra i titoli come non citare Io speriamo che le me la cavo con Paolo Villaggio che le regalò anche il successo al box office e i film in cui ha diretto Sophia Loren: Peperoni ripieni e pesci in faccia, Sabato, domenica e lunedì e Francesca e Nunziata. 

Dieci anni fa, ha raccontato all’Ansa che non riusciva a sentirsi 80enne:

“Stento a calarmi nei panni dell’ottantenne, ho sempre avuto uno strano rapporto con l’ età. Quello che conta è se sei rincoglionito oppure no, allora non cambia se hai 80 anni oppure 50”.

Nomination agli Oscar, una nomination ai Golden Globe e la palma D’Oro per Mimì metallurgico ferito nell’onore nel 1972 e l’anno successo la nomination per Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…. Due nomination alla Berlinale nel 1978 per La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia e nel 1986 per Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti. 

Fra i premi Wertmüller può contare un David di Donatello alla carriera ottenuto nel 2010, un Globo d’oro alla carriera nel 2009.

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