“Avevo solo le mie tasche”, manoscritti dal manicomio

Alberto Paolini era solo un ragazzino abbandonato, quando nel 1948 venne ricoverato nell’Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma

Alberto Paolini era solo un ragazzino abbandonato, quando nel 1948 venne ricoverato nell’Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma. Fino a quel momento era stato in collegio; non aveva una diagnosi che giustificasse il passaggio al manicomio, ma così fu.

Aveva 16 anni. Ne trascorse in manicomio 42, fino a quando la legge Basaglia non ne avviò la chiusura. Aveva subito eletrochock, sofferto la solitudine, vissuto l’ingiustizia. Ma quello era il suo mondo ed uscirne non fu facile.

Agli internati non era consentito tenere nulla, tranne quello che poteva stare nelle tasche. Come i foglietti che Paolini raccoglieva qua e là e su cui scriveva i suoi appunti, con caratteri piccoli, per risparmiare spazio. Così coltivava il suo rapporto con la scrittura, che poi avrebbe sviluppato anche grazie ad alcuni laboratori di scrittura.

In questo libro, edito dalla casa editrice Sensibili alle Foglie, Paolini racconta la sua vita, dalla nascita in una famiglia povera, agli eletrtroshock, alla casa famiglia dove approdò nel 1990. Raccoglie inoltre racconti, poesie, meditazioni, alcuni dei quali arrivano direttamente da quei foglietti custoditi nelle tasche e poi conservati negli anni.

Alla presentazione del libro parteciperanno:

Giorgio Villa, psichiatra Asl Roma 1 e antropologo

Nicola Valentino, Casa editrice Sensibili alle Foglie

Pier Paola Parrella, volontaria Avo Roma

L’autore sarà presente e sarà intervistato da Anna Maria De Luca, giornalista, che coordina l’incontro.

 

Saranno letti alcuni brani del libro

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