Berlinguer rivive con Elio Germano. Ma forse non è mai morto

Al cinema, in questi giorni, uno strepitoso Elio Germano, tra i talenti più genuini degli ultimi 30 anni e che in molti accostano a Gian Maria Volontè, è in scena Berlinguer - La grande ambizione, per la regia di Andrea Segre

Enrico Berlinguer (ANSA-S&M Studio)

Enrico Berlinguer, l’uomo semplice, il sardo divenuto politico, il politico diventato leader, il leader diventato simbolo di una generazione di sogni, speranze e mondi migliori. Un uomo, prima di tutto, vicino al popolo e in mezzo alla sua gente, votato a costruire, anziché distruggere, una figura, si direbbe, d’altri tempi, di una politica chiamata però a essere concreta, e non aleatoria.

Al cinema, in questi giorni, uno strepitoso Elio Germano, tra i talenti più genuini degli ultimi 30 anni, che in molti accostano, pericolosamente (lui sì, comunista nell’animo, iscritto al Pci fino al 1977) a Gian Maria Volontè, è in scena Berlinguer – La grande ambizione, per la regia di Andrea Segre.

E così Berlinguer, a 40 anni dalla morte, diventa ora il cuore e centro di una pellicola che poggia su una prestazione straordinaria, quella di Germano, premiata con il riconoscimento come Miglior attore protagonista della 19esima edizione del festival di Roma. C’è tanto archivio nel film, tanta piazza e tanta lotta. E alla fine quello che ne esce è un ritratto politico sì, ma anche umano, famigliare. L’uomo, dietro il leader.

Bellissimo rivedere Berlinguer non come nelle rimembranze celebrative cui siamo abituati, più che mai vivo, nel vortice della straordinaria storia che sono stati gli anni della sua segreteria e nel calore intimo degli affetti e dei dialoghi familiari. Un film Politico con la P maiuscola, che svolge in meno di due ore la ricostruzione credibile e veritiera di una vicenda fondamentale e complessa della recente storia italiana. Germano esprime con maestria eccelsa tutta la straordinaria forza politica di Berlinguer, ne restituisce con autenticità la lucidità della visione politica e la tenacia delle determinazioni, nelle temperie del conflitto sociale e in quello internazionale della guerra fredda.

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