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Caramelle: la canzone antipedofilia bocciata a Sanremo

...Non accettare caramelle dagli sconosciuti... è un sano principio educativo. Nonostante questo la pedofilia avanza ma Sanremo scarta la canzone "Caramelle"

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Sanremo ha bocciato la canzone “Caramelle” (Pierdavide Carone e i Dear Jack) perdendo un’occasione socialmente importante e confermandoci, una volta di troppo, che il suo microcosmo 2019 vive ancora e solo di canzonette, mentre il macrocosmo/mondo del quotidiano 2019 vive di cose reali e, a volte più pesanti e dure di una montagna.

Così la canzone “Caramelle” e il NON sottointeso tema della pedofilia  rifiutata a favore probabilmente di qualche altra comparsata canora non può che sollevare dure critiche.

Che divertimento e leggerezza son dovuti è sacrosanto ma quando questo lede e scansa una delle più grandi brutture cui, continuamente assistiamo, diventa quasi correo del dramma.

La pedofilia, come una piovra sta allargando i suoi tentacoli in direzioni sempre diverse e nuove. Il 40% delle vittime ha meno di 10 anni, come il Marco della canzone e ogni 3 giorni si registra un nuovo abuso. Molte vittime tacciano per vergogna, paura di ritorsioni o credendosi non solo martiri ma CAUSE involontarie della violenza subita.

Nel testo di Caramelle non c’è nessuno passaggio greve o volgare ma un senso di oppressione che toglie il fiato come alla Marica della canzone che, forse, dopo l’aggressione, non respirerà mai più. Si lasciano “liberi” anche per i più piccoli testi come “Ulisse” o quelli di Big Lurch e si scartano testi che, alla fine potrebbero anche svolgere un’azione educativa. Quindi un malinteso concetto di “censura” o di “orario protetto” (o chissà di che altro) cancella con un “niet” un messaggio, che con il linguaggio e la musica dei giovanissimi era indirizzato proprio a loro.

Il bambino/ragazzo abusato porterà per tutta la vita il segno della ferita nell’anima e sulla pelle. Impossibile dimenticare, difficile elaborare l’inconcepibile. Bambini talmente piccoli e ingenui da non capire fino in fondo l’atto che hanno vissuto ma, che da qual momento, non saranno mai più gli stessi e si sentiranno sempre al centro di qualcosa di “brutto”.

Racconta un amico avvocato che si occupa  proprio di bambini abusati che sempre più spesso la cruda realtà i piccoli la rivelano attraverso il disegno e il gioco. “A un bimbo con segni di disagio furono dati vari oggetti per studiarne il comportamento. Fra tutti lui scelse una grande oca e dei pulcini. Ma la rappresentazione fu drammatica: la grande oca continuava a colpire, a “ferire”e a far “piangere” i pulcini fino a farli cadere”.  Non c’era più niente da aggiungere! Rimaneva una grande pietà e un’accusa di abusi gravi per l’adulto.

I media danno sempre più, ampio risalto ai femminicidi, altro orrore ricorrente dei nostri giorni. Si muove e rabbrividisce la coscienza comune. Dalla TV arrivano le immagini delle vittime e degli assassini. Dei luoghi e anche dei perchè. Ma per la pedofilia non avviene la stessa cosa. E solo qualche vicenda davvero eclatante riesce a vincere quel finto pudore e quel tanto silenzio che copre, come una ragnatela, la brutalità.

Da sempre e di generazione in generazione i bambini si sono sentiti ripetere un mantra che vuole e può essere salvifico: “Non accettare caramelle dagli sconosciuti”. Ed è più che mai valido oggi quando, una trasmissione nazional/popolare come Sanremo, lo rifiuta anzi lo nega come se il problema non esistesse o fosse meglio chiuderlo nel cassetto dei TABU’.

E invece, secondo noi, la canzone “Caramelle” potrebbe diventare, a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, una campagna di comunicazione e di sensibilizzazione contro la pedofilia. Questa è la nostra proposta, voi cosa ne pensate?

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