Casino dell’Aurora: per la Soprintendenza lavori urgenti, a rischio le opere di Caravaggio al Guercino

L'edificio, all'asta il 19 gennaio, con una stima di 471 milioni di euro, è stato al centro di un'ispezione della Soprintendenza

photo credit: turismoroma.it

Impianti idrici fatiscenti, perdite d’acqua e umidità diffuse che mettono a rischio la tutela di affreschi e stucchi, parapetti seicenteschi marmo lasciati a terra, le superfici dei dipinti “offuscate” da poÍveri, macchie e depositi di sale.

Uno stato di salute tutt’altro che roseo per il Casino dell’Aurora Ludovisi, il gioiello secolare a due passi da Via Veneto famoso per gli storici dell’arte perché vanta l’unico dipinto murale di Caravaggio al mondo (che come noto dipinse solo pale d’altare e opere da cavalletto), e salito all’onore delle cronache per la notizia della sua vendita all’asta in programma per il 19 gennaio  prossimo con una stima di 471 milioni di euro.

Documenti alla mano,- scrive ‘Il Messaggero’ –  è stata l’ispezione condotta dai funzionari della Soprintendenza speciale Archeologia Belle arti Paesaggio di Roma (in data 28 dicembre del 2020) a mettere nero su bianco il ‘bollettino medico”. “Un aspetto di particolare criticità – si legge nel dossier dell’ispezione tecnica- è costituito dagli impianti idrici, termici ed elettrici fatiscenti, costituenti un fattore di rischio per la tutela dell’immobile, in particolare per la significativa componente pittorico-decorativa che lo caratterizza”.

Si parla dettagliatamente di gravi perdite d’acqua (“per le quali sono state date disposizioni di una tempestiva riparazione”). Ancora, “il celebre dipinto dell’Aurora, opera di Guercino e Agostino Tassi, mostra una superficie offuscata da depositi di particelleto e un quadro fessurativo”. “Distacchi e macchie” nella Sala dei Paesaggi; “danni da infiltrazioni” con diffusi sbiancamenti, depositi di sali, distacchi e cadute di colore, nella Stanza degli Amorini,

Ma soprattutto, a colpire è lo stato di degrado diffuso, dovuto ad infiltrazioni d’acqua, descritto dalla Soprintendenza nella Sala della Fama, legata sempre al genio del Guercino. Quanto al leggendario Camerino di Giove, Nettuno e Plutone o Gabinetto alchemico, dove si trova il celebre dipinto del Caravaggfo, si evidenzia “lo stato di incuria generale del contesto spaziale in cui si trova inserito”.

Di qui, la richiesta di “lavori indifferibili e urgenti”. E qui si entra nel vivo del paradosso. A causa della “occupazione” di fatto dell’intera Villa da parte della terza moglie di Nicolo Boncompagni Ludovisi (la quale peraltro non avrebbe alcun diritto di occuparla per intero, come affermato dal Tribunale), non può essere disposta l’esecuzione dei lavori imposti alla proprietà dalla Soprintendenza. Lavori per i quali uno dei figli di Nicolo Boncompagni Ludovisi (comproprietario della Villa) ha da tempo espresso la volontà di eseguire a proprie spese.

Insomma – conclude ‘Il Messaggero’ –  un cane che si morde la coda. Piove sui capolavori d’arte, la Soprintendenza chiede i lavori, un figlio è disposto a pagare (2 milioni di euro), la vedova occupante non “apre”. E intanto si avvicina la data dell’asta del secolo. Un’asta che poteva essere evitata? Sì, stando alle ordinanze e perizie del Tribunale, che nel 2015 pignorava il Casino dell’Aurora e richiedeva, testo alla mano, un’indennità di occupazione di oltre un milione in capo alla Carpenter. Mai corrisposto. E l’auspicio, peri figli di Nicolo Boncompagni Ludovisi, resta sempre quello che lo Stato eserciti il diritto di prelazione previsto dalla Legge.

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