“Il Caso Moro tra Università e Politica”: è il titolo del convegno che si tiene oggi pomeriggio, dalle ore 15:00, nella sala lauree della Facoltà di Scienze politiche dell’Università Sapienza di Roma. La scelta del 9 maggio non è casuale: 46 anni fa, il 9 maggio del 1978, dopo 55 giorni di sequestro, il cadavere dello statista Dc e docente universitario viene ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani, a Roma.
La lezione si svolge nell’edificio dove Moro teneva le lezioni ed era solito intrattenersi con gli studenti. Dopo i saluti istituzionali della rettrice Antonella Polimeni e della direttrice del dipartimento di Scienze politiche, Maria Cristina Marchetti, il professore emerito di diritto costituzionale italiano e comparato Fulco Lanchester introduce i lavori con un approfondimento dei rapporti di Moro con gli assistenti e gli studenti del suo tempo, attraverso il libro “A lezione da Aldo Moro, ricordi e memorie dalle aule universitarie” edito da Foglio Edizioni.
Il costituzionalista dialoga con il curatore del libro, lo storico Giorgio Caravale, l’ex assistente, il prof. Francesco Saverio Fortuna e l’ex allievo, l’imprenditore Valter Mainetti. L’ordinario di storia contemporanea Augusto D’Angelo interviene su “Aldo Moro tra Accademia e Politica”. Conclude il convegno il confronto tra il costituzionalista e politico Stefano Ceccanti e il politico e giurista Mario Segni sul tema: “Aldo Moro e il discorso del 28 febbraio ai Gruppi Parlamentari”.
Nel libro “A lezione da Aldo Moro”, Giorgio Balzoni, Giovanni Castelvecchio, Francesco Saverio Fortuna, Fortunato Nino Lazzaro, Valter Mainetti e Franco Tritto, ricordano gli anni trascorsi nelle aule della facoltà di Scienze Politiche dell’Università Sapienza a fianco del “Professore”, vissuto dai suoi studenti e assistenti nella duplicità della sua dimensione di “uomo e docente”, ma anche di “statista e politico”.
“La politica e l’università – rileva Caravale nell’introduzione del libro – erano per Moro elementi inscindibili, entrambi necessari per comprendere e governare la società. Si trattava di due dimensioni da sempre strettamente intrecciate nella biografia del leader democristiano, a partire dai primi passi percorsi tra le mura dell’Università di Bari”.