Cesare Tacchi – Una retrospettiva in programma al Palazzo delle Esposizioni dal 7 febbraio al 6 maggio. Un artista che la critica definiva “un giovane solitario, silenzioso e castigato” che ha saputo cogliere gli aspetti più contraddittori di mezzo secolo d’arte… con Roma protagonista.
Nato non lontano da Colosseo nel 1940, Cesare Tacchi ha passato la sua vita nella Capitale fra studi sparsi in tutta la città, dal centro alla campagna dove andò a vivere, passando per le esibizioni nella Galleria La Tartaruga, gli studi in varie aree della città e le tanti classi in cui ha insegnato storia dell’Arte.
Al Palazzo delle Esposizioni sono in mostra più di 100 opere dell’artista romano che, cronologicamente, racconta la sua carriera e le sue opere. Dagli smalti iniziali alle bellissime tappezzerie, e le sue famose poltrone: Poltrona gialla, rossa e quella inutile, una serie di opere d’arte che raccontano il suo stile.
Tacchi nella sua opera descrive la bellezza dell’intimità dell’umanità colta mentre discute di arte sul divano come Sul divano a fiori del 1965, l’opera preferita di Daniela Lancioni, una delle curatrici insieme a Ilaria Bernardi:
“Una tappezzeria della Fondazione Maramotti in cui si vedono Sergio Lombardi, Mario Ceroli e un’amica penso che sia una condizione ideale, questi giovani stanno preparando il nostro futuro. Hanno la testa piena di cielo, la parte della testa è azzurra, e penso che sia un bell’omaggio per i giovani perché possono immaginare il proprio futuro e un’umanità migliore”.
Altri imbottiti in cui una coppia perfetta che si riconosce al suo primo abbraccio o una donna sogna distesa su un letto. Dopo le tappezzerie si possono ammirare le sculture in vilpelle o l’opera che racchiude in se stessa l’opera d’arte: Cornice che mette al suo centro la negazione stessa dell’artista.
La ricerca di sé come artista e come uomo è al centro della produzione della seconda metà della sua biografia come in Cancellazione d’artista, in cui fra una pennellata e l’altra scompare, al quale si opporrà Painting. La continua ricerca prosegue nelle opere degli anni ’70, 80 e quelle più recenti come la semplice e ricca di significato Spirito dell’Arte, dove due dita d’artista reggono la tavolozza.
La mostra, a cura di Daniela Lancioni e Ilaria Bernardi, è una completa escursione nella vita artistica di Cesare Tacchi: “Un artista di difficile definizione, non si è mai adagiato in qualcosa ed è andato contro le sue stesse scelte”, spiega Lancioni.
Esponente della “Pop art romana” o della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, un movimento artistico nato negli anni 70 a Roma, gli artisti si riunivano nel Caffè Rosati o nella Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis.
Una “ricerca costante” presente in moltissime opere esposte in mostra: i diversi progetti datati 1968, anno di svolta anche per la carriera di Tacchi, firmati dall’amico Nanni Cagnone fino agli anni 70 nelle opere Io sono – Tu sei, due basi per un colloquio (1972), la video opera Il rito (1971), la sua Poltrona inutile che si apre e si chiude e può assumere configurazioni diverse fino alle opere degli anni 80 e degli anni 90 come Sécretaire, dipinto che ritrae due persone a Villa Pamphilji.
Cesare Tacchi fu così definito dallo stesso Cagnone: “Carissimo amico, suo emblema la perplessità, aspetto gentile d’una meditativa riluttanza. Certo e sottinteso l’affetto, e inaspettate ogni volta le sue opere”.
“Questa mostra è un viaggio abbastanza incredibile nella cultura visiva, non soltanto romana, non soltanto italiana, ma internazionale c’è uno spaccato del nostro Novecento qui. Abbiamo insistito nel raccontarla come un esercizio di attenzione e valorizzazione, si porre attenzione a un’esistenza dedicata all’arte e ha donato e che quindi merita, anche per la qualità di lavoro, di essere riconosciuta e poi perché credo che l’arte sia un dovere delle istituzioni italiane. Speriamo che il pubblico capisca questo: qui si valorizza l’importante lavoro di un cittadino italiano con un’arte italiana che non è sempre così tanto valorizzata soprattutto rispetto al contesto internazionale, dove grossi capitali si mobilitano per queste operazioni. Il primo passo, non per una difesa nazionale perché questo non interessa in un’epoca globalizzata, ma interessa che le voci esistano in un panorama internazionale, e il primo passo affinché ciò accada è l’invito a visitare questa mostra”, ha invitato così la curatrice Lancioni i romani a visitare la retrospettiva di Cesare Tacchi.














Info
Cesare Tacchi – Una retrospettiva
Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale, 194
7 febbraio – 6 maggio 2018
Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì 10-20
Venerdì – sabato 10 – 22:30
Chiuso Lunedì
Biglietti: dal 7 al 25 febbraio
Intero 10 euro, ridotto 8, scuole 4 per studente, dai 7 ai 18 anni 6 euro, bambini fino ai 6 anni gratuito
Dal 27 febbraio al 6 maggio con la mostra Human+
Intero 12,50 euro, ridotto 10, scuole 4 per studente, dai 7 ai 18 anni 6 euro, bambini fino ai 6 anni gratuito
Incontro con le curatrici: 15 febbraio ore 18:30 Daniela Lancioni spiega Cesare Tacchi dal 1958 al 1968, mentre il 22 alla stessa ora Ilaria Bernardi spiega l’opera di Tacchi dopo il 1968.