Dall’Urlo di Munch con il volto della Meloni alla Gioconda con la mascherina: ironia social su Sgarbi

Il noto critico d'arte è accusato dalla procura di Roma di aver certificato come autentici alcuni lavori riconducibili all'artista Gino de Dominicis, ritenuti falsi dal nucleo di Tutela del patrimonio artistico dei carabinieri. L'accusa arriva nel bel mezzo della campagna elettorale, che lo vede candidato all'assessorato alla Cultura per il ticket di centrodestra Michetti-Matone

photo credit: @andRanaldi

Vittorio Sgarbi è trend topic su Twitter dopo che ieri si è diffusa la notizia che la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il noto critico d’arte, accusato di aver certificato come autentici alcuni lavori riconducibili all’artista Gino de Dominicis, ritenuti falsi dal nucleo di Tutela del patrimonio artistico dei carabinieri.

Gli utenti social si sono scatenati producendo ironici fotomontaggi di opere note – tra queste, un Urlo di Munch con il volto di Giorgia Meloni, una Pietà di van Gogh con il volto di Cristo sostituito da quello di Matteo Salvini, oppure una Monnalisa che porta la mascherina, in linea con l’era Covid – e commentando ironicamente: “Tutti i quadri autenticati da Sgarbi”.

 

Oggi è attesa la decisione del giudice per le udienze preliminari per l’eventuale processo. L’accusa arriva nel bel mezzo della campagna elettorale per il Campidoglio:  il critico d’arte è infatti candidato all’assessorato alla Cultura per il ticket di centrodestra Michetti-Matone.

L’indagine nel novembre del 2018 portò all’arresto di due persone, che finirono ai domiciliari. Sul registro degli indagati figuravano 20 persone, tra queste anche il noto critico d’arte, a cui i magistrati contestano – nel suo ruolo di presidente della Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma – la violazione dell’articolo 178 lettera C del codice dei beni culturali e del paesaggio.

Nel novembre di due anni fa, su disposizione del gip, furono sequestrate oltre 250 opere considerate contraffatte per un valore di oltre 30 milioni di euro e venne individuato il locale adibito a laboratorio dove sono state trovate opere con tutto il materiale idoneo alla produzione di falsi.

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