Arriva oggi in sala Dogman, il film di Matteo Garrone presentato ieri in Concorso a Cannes ispirato al delitto del Canaro. Anche se il regista partenopeo ha affermato di aver usato solo come ispirazione la storia dell’omicidio di Giancarlo Ricci è una delle più efferate ed è legata in maniera indissolubile a Roma. La madre della vittima, a 20 anni dalla morte, è stata ospite di Chi l’ha visto? e ha chiesto la riapertura del caso. Ripercorriamo il delitto del Canaro e gli ultimi aggiornamenti.
Siamo alla Magliana, il quartiere era già al centro della cronaca per l’omonima banda, nel 1988. Pietro De Negri è un pregiudicato e cocoinomane e gestisce un negozio di toletta per cani, da qui il suo soprannome Er Canaro, sito in via della Magliana, 253.
De Negri riferì di aver preso parte a una rapina con Giancarlo Ricci, ma la vittima aveva speso tutto il bottino. Sempre secondo i racconti dell’epoca, De Negri era vittima delle vessazioni e di minacce dell’ex pugile Ricci. Fino al 18 febbraio 1988, quando il Canaro decise di vendicarsi uccidendo e torturando Ricci.
Questa è la versione che è stata consegnata alla storia del delitto, con ore di torture, un ex pugile chiuso in gabbia, ma l’omicidio potrebbe essere andato diversamente. Come dimostrano i due giornalisti Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani nel loro libro Sangue nel Tevere, citando la perizia del medico legale, il professore Arcudi: non fu commessa nessuna tortura, Ricci morì per le ferite riportate dalla bastonata alla testa.
De Negri non gli amputò le dita o gli organi genitali, né gli lavò la cassa cranica con lo shampoo per cani, ma pare che molte delle torture fossero state “aggiunte” perché sotto effetto di droghe. Anche la rapina che diede il via ai loro alterchi dovrebbe essere riletta e il testimone chiave dell’epoca, Fabio Beltrano, potrebbe aver preso parte all’occultamento del cadavere. Non è da escludersi che l’omicidio all’ex pugile sia stato commesso da più persone e non solo da De Negri.
Il corpo di Ricci fu rinvenuto il mattino dopo e si pensò subito a un regolamento di conti, ma grazie alla testimonianza di un amico della vittima, si scoprì che l’ultimo a vedere Ricci in vita era stato De Negri. Il Canaro confessò senza mostrare alcun pentimento. La perizia psichiatrica, durante il processo, riconobbe a De Negri l’infermità di mente e la pericolosità sociale e il Canaro uscì di prigione il 12 maggio 1989, ma dopo appena una settimana fu di nuovo rinchiuso in una struttura psichiatrica. De Negri fu condannato a 24 anni di reclusione ed è tornato in libertà nel 2005.
La madre di Ricci, Vincenzina Carnicella, ne ha parlato a Chi l’ha visto? proprio ieri sera:
“Il canaro è un pupazzo. Non è stato lui a uccidere mio figlio. Si è addossato la colpa perché qualcuno lo ha spaventato e gli ha detto che avrebbe fatto la stessa fine. Dentro il negozio c’erano quattro impronte di scarpe. Di chi sono?’”. Rivolgendosi a De Negri ha poi detto: “Se sei onesto vienimi a trovare e dimmi la verità’”.
Intanto per vie legali è arrivata la richiesta alla Procura di Roma di nuove indagini sulla ricostruzione della dinamica e sul movente dell’omicidio.