In attesa di Nanni Moretti, due bellissimi film presentati alla rassegna capitolina e uno segna l'atteso ritorno dei registi del capolavoro Quasi Amici
Alla Festa del Cinema di Roma presentati oggi due bellissimi film: C’est la vie di Eric Toledano e Olivier Nakache, il duo che ha realizzato nel 2011 lo splendido Quasi Amici – Intouchables e un lungometraggio brasiliano O Filme de Minha Vida, realizzato, interpretato e prodotto dall’attore Selton Mello.
Partiamo da C’est La Vie, dopo lo straordinario successo di Quasi Amici – Intouchables, torna la premiata ditta Toledano-Nakache e firma un altro bellissimo film, in uscita il 30 novembre distribuito da Video.
A presentarlo a Roma, Eric Toledano, il regista e sceneggiatore francese che è “felicissimo” di essere a Roma anche perché “sono un fan del vostro cinema e ho sempre l’impressione di essere dentro un film quando sono qui”.
C’est la vie racconta la vita di chi organizza matrimoni, non è un po’ simile a quella che c’è dietro la cinepresa:
“Sì, c’è la possibilità di riflettere questo film sullo schermo, ma sono stati fatti molt film sul dietro le quinte del mondo del cinema, ho l’impressione che raccontiamo qualcosa che capiamo solo noi. Abbiamo usato l’effetto specchio del cinema, ma in realtà abbiamo raccontato le braccia che si nascondono dietro la realizzazione din un matrimonio”.
C’est la vie è il titolo tradotto di Le Sens de la Fête, per Toledano:
“Volevo anche focalizzarmi su cosa bisogna fare per mantenere il senso della festa, quando intorno a noi tutto va male e quindi cerchiamo delle ragioni per continuare a essere felici. Parliamo di matrimonio, ripeto una frase che dice Bacri nel film: Ci adattiamo”.
C’est la Vie è anche un ritratto della Francia di oggi:
“Quello che abbiamo fatto è stato unire delle famiglie di attori che difficilmente sono mischiati. Il film racconta un matrimonio, ma vengono da famiglie diverse. Come Vincent Macaigne, il cognato, che recita nel cinema. Bacri che è facilmente riconoscibile, Ivanov che viene dallo stand-up, Benjamin Lavernhe della Comédie Française, abbiamo mescolato attori diversi e delle persone che non si mescolano, quindi è una foto più realistica della Francia”.
Una Francia “multietnica, piegata su sé stessa”, parlando di matrimonio “raccontiamo la Francia attraverso un matrimonio, bisogna rispondere a ogni ostacolo. Questo racconta bene le due anime del Paese: si arriva insieme e continuiamo a essere comunitari o rivendichiamo i nostri problemi. Questo viene raccontato meglio con la commedia, lo fa con una certa distanza e fa sorridere, ma anche riflettere”.
Con Quasi Amici avevano raccolto, solo in Francia, quasi 15 milioni di euro al botteghino, successo che probabilmente sarà replicato con C’est la Vie che ha già superato i 2 milioni di euro: “Se ci vedete sorridere come degli ebeti, capirete il perché”.
C’est la Vie e anche Quasi Amici sono stati influenzati dalla commedia italiana:
“Non conosco la nuova commedia, ma i film degli anni ’60 e la vostra commedia italiana ci hanno molto influenzato. Quasi Amici era ispirato a Profumo di donna di Dino Risi. Con Olivier amiamo il cinema di Manfredi, Scola, Risi. I loro film parlavano della società in cui venivano realizzati con distacco, amore, tenerezza, emozione, una bella musica, come quella di Trovajoli. Tutti questi ingredienti ci hanno ispirato, parliamo di humour, ma anche della profondità. In C’est la vie parliamo di un piccolo impresario, in Francia parliamo spesso degli operai, ma qua i protagonisti sono l’impresa familiare. Tutti questi temi mischiati danno un realismo poetico che rendono la commedia di nuovo un genere nobile, negli ultimi anni si è perso, ma c’è sempre il modello italiano che è diventato fondamentale per chi fa commedia”.
Toledano cita Georges Wolinski, uno dei vignettisti di Charlie Hebdo ucciso durante l’attentato terroristico contro la redazione della rivisita satirica francese: “Ridere è il cammino più corto da un uomo all’altra. È bello condividere le emozioni, anche le risate con gli altri”.
Il regista ha concluso dicendo l’importanza dell’incoscienza nel fare la commedia: “C’è stata quando abbiamo deciso di fare un film comico su una persona disabile. Ma con le armi si va alla guerra: abbiamo avuto fiducia nei nostri attori, nella storia di Philippe Pozzo di Borgo. Omar Sy diceva che il film era una come una matrioska, hanno fatto dei remake, ed era in progetto quello americano… ma è prodotto da Weinstein… non penso si farà”.
O Filme de Minha Vida, invece, racconta la vita di Tony Terranova, giovane professore di francese nelle campagne del Brasile del Sud negli anni ’60. Figlio di brasiliana e di un uomo francese, un gringo interpretato da Vincent Cassel, la sua vita cambia quando il padre lascia casa sua senza dire niente.
Il regista del film, ispirato al romanzo di Antonio Skármeta Un padre de Familia, ha raccontato così come è arrivato a realizzare questo delizioso film:
“Skármeta mi ha raggiunto e mi ha detto che desiderava produrre il film ispirato al suo libro in Brasile per l’ammirazione che ha per la nostra cultura. Pensavo si trattasse di uno scherzo telefonico, poi ho capito che ero io la persona giusta a portare sul grande schermo quel libro”.
Nel film interpreta il greve Paco, mentre il protagonista ha il volto di Johnny Massaro, a Roma era presente anche Bruna Linzmeyer, che nel film interpreta Luna:
“Quando ho letto il libro, sapevo di avere il film nelle mani. Il destino me l’ha portato, ogni cosa che stimo è dentro quelle pagine: un’avventura grandiosa, emozionale, personaggi che restano, una trama divertente e commuovente. Ho trovato il soggetto per il mio terzo film”.
Nanni Moretti sarà il protagonista dell’incontro di oggi, ma non avverrà prima delle 21.