First Man – Il primo uomo, la storia di Neil Armstrong al cinema

Presentato a Venezia 75, il film di Damien Chazelle con Ryan Gosling nei panni di Neil Armstrong e Claire Foy in quelli della moglie Janet

First Man - Il primo uomo arriva al cinema il film su Neil Armstrong e l'allunaggio © Daniel McFadden

First Man – Il primo uomo è l’ultimo film di Damien Chazelle, il regista premio Oscar per La La Land, presentato all’ultimo Festival di Venezia. Il film racconta del dietro le quinte di un evento storico, l’allunaggio e i tormenti che colpirono l’uomo che fece l’impresa (entrando nella storia) Neil Armstrong. 

Chazelle non era nato il 20 luglio del 1969, quando Neil Armstrong poggiò il piede sulla Luna:

“La mia generazione è cresciuta con l’allunaggio già avvenuto, siamo cresciuti con queste immagini entrate nella storia, penso che l’abbiamo dato per scontato e mi ha affascinato il processo che c’è stato dietro, come un’idea fantastica sia diventata reale e infine il costo del processo, penso che questo mi abbia spinto a raccontare questa storia”.

Ryan Gosling ha preparato il ruolo di Neil Armstrong con il sostegno della famiglia dell’astronauta:

“Non ho mai avuto così tanto aiuto su un set, dai figli, dall’ex moglie Jane e dalla sorella. Sono stato nella fattoria dove era nato a Wapakoneta, ho conosciuto i suoi amici d’infanzia, la NASA ci ha aiutato e abbiamo visitato il museo dedicato a lui, senza dimenticare il libro di James Hansen su cui si basa il film, ci è stato tutto di grande aiuto. Queste sono state le risorse per preparare questo ruolo e Neil era noto per essere una persona umile, introspettiva e tranquilla, per me la sfida è rendergli onore e trasportare le sue emozioni sul grande schermo, ho avuto anche l’aiuto di grandi attori sul set”.

Per molti essere un astronauta è un sogno, per Jason Clarke, Ed White nel film, l’esperienza è stata claustrofobica:

“Damien e la troupe sono stati così bravi e hanno creato una capsula così autentica che stavo per avere un esaurimento nervoso. Soprattutto quando abbiamo ripreso l’incendio, abbiamo vissuto una situazione di stress, rimanendo incastrati con una tuta spaziale, il tutto mentre fuori le persone aspettavano che recitassi la scena”.

“Una delle prime cose che ho imparato – aggiunge Gosling – è stato pilotare, Neil era in grado di farlo prima di diventare un astronauta e mi sembrava qualcosa importante, poi l’istruttore mi ha chiesto di fare una manovra particolare e ho pensato che fosse una pessima idea. Ho capito perché Armstrong era un pilota eccezionale e ho capito meglio Neil. Era una persona che saliva su un velivolo e lo portava al punto di rottura solo per capirne al meglio la conoscenza dell’aeronautica”.

Gosling non cita la claustrofobia, mentre Chazelle spiega come ha studiato le navicelle spaziali:

“Mi ricordo di averle viste, allo Smithsomian Museum, e la prima volta che ho visto quella del progetto Gemini pensavo fosse solo una parte di essa. C’è qualcosa che non ho conosciuto leggendo o studiando la missione spaziale, penso che influenzano il nostro modo di vedere le cose: ti affidi ad altri sensi, voli e cerchi appoggi e sembrano delle lattine volanti. Volevo tradurre questa condizione di difficoltà e il fatto che comunque si riesca a farcela”.

Dopo La La Land questo è il secondo film in cui Ryan Gosling è diretto da Chazelle:

“In un regista cerco dei bei capelli, Damien è anche metà canadese e questo aiuta. Con Damien ci siamo conosciuti per First Man, ma ha fatto prima La La Land, anche se sono due film diversi erano nella sua testa allo stesso tempo e hanno caratteristiche simili: sono film che funzionano sul grande schermo e sono dei titoli che vuoi vedere con il pubblico. Ha una straordinario senso di quello che voglia il pubblico e vuole unire le persone attraverso i suoi film. Questo film è stato complicato, ma va oltre le frontiere, è un film umano che unisce il mondo. Amo l’abilità di Damien di voler portare le persone insieme grazie al loro film ed è una qualità che apprezzo nei  film maker”.

Steven Spielberg è i produttori del film, Chazelle ha spiegato la collaborazione:

“Spielberg si è avvicinato al progetto attraverso Josh (Singer, uno dei produttori, ndr), i due avevano lavorato insieme per The Post, Steven voleva finanziare il film con la sua compagnia: Josh ci aveva lavorato, io sono cresciuto con i suoi film. Parlare di lui di questo film e del cinema in generale è stato un dono: ha partecipato al film come co-finanziatore e ogni qual volta avessi bisogno di una mano lui c’era”.

Al centro del film c’è Neil Armstrong, raffigurato non solo come il “primo uomo sulla Luna”, ma come padre amorevole e inconsolabile per la perdita della figlia Karen:

“La scena del saluto agli altri due figli è stata cambiata molte volte, Josh nelle sue ricerche ha scoperto che Janet costrinse Neil a salutare i figli e a spiegare i rischi della missione. Ci sono due bambini di età differente: Eric aveva l’età per capire i rischi per Neil e la famiglia. Certi particolari e cambiamenti alla scena sono stati aggiunti da Ryan Gosling, ci sono due figli che reagiscono in modo diverso e lo trovo molto importante”.

Il coinvolgimento della famiglia di Armstrong è stato centrale in First Man, Josh Singer ne ha parlato:

“Abbiamo avuto moltissimo aiuto da loro anche sul funzionamento di Gemini, la ricerca del libro di Hansen è molto importante, ma abbiamo parlato con Janet, Marc ed Eric. Loro hanno anche letto la sceneggiatura e abbiamo visto il film insieme per correggerlo. Volevamo dare spazio all’essere umano, invece, dell’icona e fortunatamente ci hanno aiutato”.

Olivia Hamilton, la compagna di Damien Chazelle, interpreta la vedova di uno degli astronauti della missione e per l’attrice il coinvolgimento delle famiglie “dietro l’impresa” è stato fondamentale. Anche per Claire Foy, nel film Janet Armstrong, era importante portare sullo schermo il lato umano e familiare di Neil:

“Volevo che lo spettatore vedesse dei genitori, volevamo che nel film al centro ci fossero due genitori e volevo rappresentarli in modo fedele: loro non vedevano Neil come un astronauta, ma come papà. Abbiamo chiesto ai figli chi raccontava le favole della buonanotte, chi li facesse il bagno, chi li sgridava, volevamo rispettarli. Ci hanno consegnato la loro storia e devi rispettarla”.

Damien Chazelle dirige First Man – Il primo uomo dopo i successi di Whiplash e La La Land:

“Non sono maturato come regista, penso che questa storia non mi appartenesse, i film che ho fatto in precedenza parlavano più di esperienze a me vicine. Nessuno di noi è stato sulla Luna o era un genitore negli anni 60, penso che a questa storia mi avvicinasse la spinta a fare meglio e il fatto che Neil usi il lavoro per esprimere certi sentimenti. È stata un’opportunità per me vivere un altro momento storico e un personaggio rendendolo tutto molto personale, con Ryan dicevamo sempre di fare un film per famiglie con l’allunaggio incluso”.

Per Chazelle era importante che le fasi dell’allunaggio fossero reali e ha usato i “suoni” registrati dall’astronauta John Young, il nono a posare il piede sulla Luna:

“Abbiamo usato dei suoni molti stilistici, ma l’abbiamo mixati con quelli reali, così abbiamo completato anche l’emozione dietro il film”.

First Man – Il primo uomo si conclude con una scena bellissima, una scena “non completamente di finzione”:

“Hansen la inserisce nel libro, in un dialogo con la sorella di Neil, June, non è stata una creazione di Hollywood. June mi ha detto che sperava che l’avesse fatto e per me è successo davvero”.

Neil Armstrong per Ryan Gosling non è un eroe americano:

“Per inciso sono canadese, penso che l’allunaggio fu un successo dell’umanità, non solo americano ed è così che l’abbiamo visto. Neil, per me, era una persona profondamente umile, lui spostò l’interesse da se stesso e continuava a ricordare le 400 persone che presero parte all’impresa, diceva che era la punta dell’iceberg e non si vedeva come un eroe americano, per me il film è un omaggio all’uomo Armstrong e onoriamo lui e il modo di presentarsi”. 

 

Dopo il passaggio a Venezia, First Man – Il primo uomo vi aspetta al cinema, distribuito da Universal, il racconto drammatico di un eroe dell’umanità e degli uomini che fecero un’impresa, lontanissimo da La La Land e Whiplash resta uno dei film più attesi e più belli dell’anno e ne sentiremo parlare ancora per molto.

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