Davanti alla colonna della Pace a Roma, è tornata allo splendore originario la fontana di piazza Santa Maria Maggiore, dopo i lavori di restauro che si sono conclusi con qualche giorno di anticipo. Oggi la fontana, davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore, è stata riattivata alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, dell’assessore alla Cultura, Massimiliano Smeriglio, e del sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce. La fontana insieme alla piazza, rappresentano una delle tappe fondamentali dei percorsi giubilari, ed è ora pronta ad accogliere romani e pellegrini nella propria veste monumentale rinnovata. Il sindaco ha effettuato il taglio del nastro e l’apertura dell’acqua della fontana insieme agli operai. “Questa fontana fa coppia con quella di San Giovanni in Laterano, che è stata chiusa in anticipo – ha spiegato Gualtieri -. Una fontana molto bella, realizzata dall’architetto Carlo Moderno, ed entrambe ricevono l’acqua dell’acquedotto Felice, e infatti l’acqua è potabile. Il restauro ha consentito di rimuovere tante incrostazioni, era molto deteriorata. Questo lavoro ci restituisce un altro capolavoro delle tante fontane di Roma, città dell’acqua. E poi è di fronte alla basilica di Santa Maria Maggiore, e quindi questo restauro ha anche un valore diretto rispetto ai luoghi giubilari”.
Il restauro dell’opera del 1614 arriva dopo i lavori sulla fontana di piazza San Giovanni in Laterano, già completati lo scorso settembre, entrambi parte dello stesso intervento proveniente dai fondi del capitolo Caput Mundi del Pnrr dedicato al Giubileo e curato dalla Sovrintendenza capitolina, con scadenza a giugno 2026. Gli interventi in corso sono 335 all’interno di questo programma. Le due fontane storiche di Roma, parte integrante di contesti urbani di notevole rilevanza monumentale e storico-artistica, sono legate entrambe al nome di papa Paolo V. “Un altra chiusura cantiere dopo quelli di piazza del Pantheon, piazza Navona e Farnese – ha sottolineato l’assessore Smeriglio -. Proseguiremo nei prossimi giorni fino a fontana di Trevi. Siamo dentro al programma Caput Mundi e stiamo nei tempi con sette mesi di lavorazione e 180 mila euro. Siamo contenti perché ci stiamo avvicinando alle date più importanti riconsegnando parti della città ai nostri cittadini”.
La fontana anticamente era un luogo di pellegrinaggio, ma non solo. Svolgeva importanti funzioni pubbliche legate alla disponibilità idrica cittadina. “La Basilica è fra le più antiche chiese paleocristiane realizzate – ha osservato Presicce -. Mentre, è interessante la forma di questa fontana, perché non svolgeva solo una funzione decorativa, ma era il luogo in cui le persone andavano ad abbeverarsi”. Il restauro della fontana di Santa Maria Maggiore “non avveniva da 30 anni quindi era tempo di intervenire – ha continuato Gualtieri -. Questi restauri spesso sono anche una occasione per scoprire tesori della città di cui c’è minore consapevolezza anche da parte dei romani, per riscoprire tanti tesori artistici e architettonici”. Con i lavori sono stati rimossi dalla fontana i segni di degrado ed esposizione ad agenti atmosferici, tra cui, la diffusa presenza di incrostazioni calcaree, che hanno reso necessario il suo restauro e interventi di disinfezione e pulitura meccanica e chimica, consolidamento, revisione delle stuccature e applicazione del protettivo finale. Infine, fra gli interventi, è stato anche realizzato il rifacimento dell’impermeabilizzazione delle vasche, la manutenzione delle aree di rispetto e la revisione dell’impianto di illuminazione all’interno della vasca della fontana.