I muraglioni del Tevere. 150 anni di storia

Dal 1870 proteggono la Città dalle inondazioni. Ma quale è la loro storia?

Tevere
Un'immagine di repertorio del Tevere

A Roma hanno un nome: i muraglioni, ovvero gli argini del Tevere. Ma la loro storia? La realizzazione degli argini del Tevere è stata eseguita in seguito alla piena alta 17 m che inondò Roma il 28 dicembre 1870. A seguito di tale evento eccezionale si radunò un’apposita Commissione, nominata dal ministero per i Lavori Pubblici, che si occupò della scelta dell’intervento da adottare.

La soluzione che la Commissione approvò fu quella il cui progetto nel dettaglio consisteva nelle seguenti operazioni:1) Costruzione di una platea a Ponte Milvio; 2) Arginatura del Tevere superiore dai Sassi di San Giuliano alla città da ambo i lati; 3) Costruzione dei muri di sponda nel tratto urbano fino all’altezza di 1.20 m sul pelo presunto di una piena simile a quella del 1870, dopo aver rimosso gli ostacoli; 4) Dare all’alveo la larghezza di 100 m fra le sommità dei muri;  5) Soppressione di uno dei due rami del Tevere all’Isola Tiberina; 6) Aggiunta di una luce al Ponte di S. Angelo e nella demolizione del Ponte Rotto con ricostruzione di un nuovo ponte; 7) Rimozione dei ruderi ed altri ostacoli esistenti nell’alveo; 8) Costruzione di due collettori paralleli alle sponde, di cui il destro si sarebbe collegato al sinistro per mezzo di sifone prolungandosi il primo fino ad un punto ove non abbia più a temersi il rigurgito di piena;  9) Arginamento della sponda sinistra fino sotto S. Paolo.

Per arginare il problema delle piene, racconta il sito specializzato ArchiDiap, fu deciso quindi, coerentemente con il progetto, di intervenire cambiando il corso del fiume rendendolo più regolare. L’intervento fu realizzato nel tratto che andava sulla riva destra da Ponte Sublicio a Ponte Margherita e sulla riva sinistra da Ponte Sublicio a Ponte Matteotti.

Lo sviluppo di tale opera è complessivamente di 8 km, riguarda l’area urbana ed ha comportato una ridefinizione dell’organizzazione edilizia nelle aree di Campo Marzio, Ponte, Regola, S. Angelo, Ripa, Borgo e Trastevere. La Commissione, radunatasi nel 1870 prevedeva la realizzazione già nell’anno successivo dell’intervento; si dovette attendere il 1875 per ottenere i finanziamenti dell’opera, attraverso una legge, proposta da Garibaldi, che permise di considerare gli interventi per la protezione di Roma dalle inondazioni come opere di pubblico interesse.

Durante i lavori parlamentari Garibaldi propose di deviare il Tevere, prima della confluenza dell’Aniene, lungo un’ansa meridionale esterna alla città costruita.  I muraglioni del Tevere hanno certamente risolto il dramma delle inondazioni, ma allo stesso tempo hanno interrotto il dialogo tra Roma e le sue acque, privando la città di alcuni importantissimi episodi architettonici, su tutti il meraviglioso sistema di fronti lungo la via Giulia ed il porto di Ripetta di Alessandro Specchi.

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