Simona Marchini, gallerista
Via del Corso, mezzogiorno. La Nuova Pesa presenta in anteprima la mostra fotografica di Giancarlo Pediconi, titolo ‘L’imbrunire’. Si dibatte di arte, architettura, urbanistica, fenomeni sociali nella sala detta Babele della storica galleria e centro culturale. Della collezione di trentacinque foto in bianco e nero, una buona parte è dedicata a Roma: la città è sorpresa dall’obiettivo dell’autore nei momenti preziosi della calma e della bellezza. Spunto migliore non si poteva chiedere per coinvolgere Simona Marchini (gallerista, oltre che attrice, conduttrice, regista, e ideatrice appassionata di progetti culturali) sulla questione del decoro urbano.
Cosa ne pensa? “Il decoro di Roma è uno dei dolori più laceranti, l’ho vissuto in questi anni come una ferita al cuore. Questa è una città talmente unica che meriterebbe molto più rispetto. Ho una speranza questa volta nel nuovo sindaco, che è persona colta e ha una sensibilità per il problema. Certo è un compito mostruoso con quello che trova”.
Come si supera il disordine che abbiamo sotto gli occhi? “Dobbiamo ricreare il senso di comunità, partendo dall’educazione, dalla civiltà: la gente ne ha bisogno anche se non lo sa. Io quando parlo con le persone cerco sempre di stimolare una reazione a questa apatia creata da cattivi modelli. L’umanità è stata devastata anche da una tecnologia invasiva, alienante, che isola le persone. I social spostano l’attenzione dei giovani. Per questo voglio lavorare nelle scuole con progetti semplici, aiutare i ragazzi a praticare attività creative di qualità. Noi suscitiamo sentimenti costruttivi solo se siamo esempi e modelli, se comunichiamo amore vero”.
Da dove si parte per ricostruire? “Dobbiamo sentire la città come la nostra casa. Se i bambini imparano fin da piccoli cos’è la bellezza, insegnando questo valore automaticamente avremo dei cittadini diversi. L’armonia e la bellezza diventerà una necessità. Roma ce la deve fare, ci sono persone straordinarie, vanno valorizzate. Penso a progetti nelle periferie, all’apertura degli studi degli artisti, bisogna ricreare comunità. Farò tutto quello che posso, perché sono testarda”.