Mostre: il sofisticato ‘’nudo’’ di Helmut Newton trionfa all’Ara Pacis

A cento anni dalla nascita del fotografo rivoluzionario sono presentati in esclusiva a Roma oltre 200 scatti per ripercorrere l’ampia retrospettiva della sua vita avventurosa.

Fino al 10 marzo 2024 presso lo spazio espositivo del Museo dell’Ara Pacis con la mostra Helmut Newton. Legacy, sarà possibile conoscere in modo approfondito uno dei fotografi più amati di tutti i tempi grazie ad un percorso, che attraverso sei capitoli cronologici, racconta la vita umana e professionale dell’artista a cento anni dalla nascita e posticipata di tre anni a causa della pandemia, e per Legacy si intende l’eredità e il cambiamento che ha lasciato ai posteri.

“Lo storytelling è una sua grande la sua novità introdotta nelle sue fotografie, come la storia della modella perquisita alla frontiera in una serie di scatti che ci raccontano un fatto, una vicenda, – ci spiega Denis Curti, curatore della mostra – “Le fotografie di moda escono, quindi, dagli studi fotografici per essere ambientate in case private, a bordo piscina e in contesti di lusso sfrenato. È con lui che per la prima volta la fotografia pubblicitaria e di moda abbandonano la dimensione puramente descrittiva, per passare a quella aspirazionale. Le modelle smettono di guardare in macchina e cominciano a recitare per il grande fotografo tedesco. La fotografia non è più la realtà, ma diviene un’interpretazione del fotografo. L’erotico prende molto spazio nella fotografia dell’artista, mostrando un mondo proibito attraverso il buco della serratura. Nelle immagini più provocanti e forti emergono le sue ossessioni come la cronaca nera: ritaglia le foto dei giornali che poi riproduce per la moda”.

Grazie ai suoi scatti è possibile conoscere un’epoca e ammirare i volti più celebri del mondo ricco e fastoso della moda, della musica, ma anche della società altolocata. Ha saputo rivoluzionare la fotografia di moda, come dimostrano le foto dedicate alle creazioni dello stilista André Courrèges, realizzate per la rivista britannica Queen nel 1964, e le collaborazioni con personalità del calibro di Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Thierry Mugler, Chanel e tanti altri.

Le sue modelle non sono impassibili indossatrici di abiti eleganti, ma vivono nello spazio, nelle situazioni, sono sensuali provocatorie con lo sguardo e con il corpo, fino ad arrivare ad osare nella nudità femminile in modo sofisticato ed erotico, ma elegante. L’accusa che gli fu rivolta era quella di fare pornografia, di diffondere una visione di una “donna oggetto”, ma, osservando anche l’opera Big Nudes (1981), quella che ci viene restituita è l’immagine di donne imperiose, padrone del proprio corpo, perfettamente consapevoli e dominatrici del loro spazio.

Nella mostra un focus specifico è dedicato, proprio ai servizi di moda considerati all’epoca all’avanguardia, come quelli ispirati ai film di Alfred Hitchcock, Francois Truffaut e Federico Fellini: non solo scatti, ma vere e proprie storie che contengono dettagli intriganti. Tra una sezione e l’altra, è possibile scorgere l’intensa attività ritrattistica di Newton che ha immortalato volti celebri come Gianni Versace, Andy Warhol, Charlotte Rampling, Romy Schneider, Catherine Deneuve, Mick Jagger, Nastassja Kinski, David Bowie, Elizabeth Taylor, Arthur Miller, solo per citarne alcuni.

La mostra riserva anche ampio spazio all’esperienza professionale del fotografo nel nostro Paese e al suo proficuo rapporto con l’editoria italiana. Una collaborazione importante che gli ha consentito di catturare le affascinanti atmosfere di località come Montecatini, Firenze, Milano, Capri, Venezia e, naturalmente, Roma. Newton era di casa a Roma come raccontano otto scatti ambientati nella capitale, in prevalenza tratti dalla serie nota come Paparazzi. Questa sequenza fotografica, unita ad altre due immagini di moda, dimostra ancora una volta la sua capacità di creare atmosfere effimere e intense trasformando una foto in una visione.

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