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Pantheon, pro e contro dell’ingresso a pagamento

Per i commercianti della zona è assurdo non pagare il biglietto. Ma c’è chi non è d’accordo e vuole mantenere gratuito l’accesso a uno dei monumenti più fmaosi di Roma

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Alessandra Paolini per La Repubblica Roma

 

Ana Beatriz Quintas e suo marito Ricardo hanno ancora il portafoglio aperto. E gli occhi sgranati: «Nenhum bilhete?», chiedono increduli all’entrata. No, nessun biglietto. Per la coppia brasiliana, in viaggio di nozze nella Città eterna, una bella notizia. Bella per loro e per quei 20mila turisti al giorno che affollano il Pantheon: un paio di millenni fa tempio di Augusto, da 1500 anni basilica di Santa Maria ad Martyres e, per i nostalgici della monarchia, luogo dell’eterno riposo dei Savoia. Ma per tutto il mondo: una delle meraviglie di Roma.

Ana e Ricardo non sanno che sulla storia del biglietto d’ingresso a pagamento si è aperto il dibattito. C’è chi lo vorrebbe introdurre, come il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che l’altro ieri ha lanciato la proposta: «Basterebbero pochi euro a ticket». E chi, come il vice sindaco Luca Bergamo, è totalmente contrario: «Sarebbe un danno per ciascuno di noi».

E i turisti? I romani? I commercianti con bottega su piazza della Rotonda? Come la pensano? «Pagare è giusto», dicono Mariella, Ornella e Ivana. Tre pimpanti nonne di Varese, imbacuccate nelle loro pellicce di visone. «Ma i soldi, più che per mante- nere i monumenti Roma dovrebbe spenderli per pulire le strade — dicono — Siamo scioccate per come abbiamo trovato sporca questa città».

Meno critico sulla discarica a cielo aperto, il gruppo che arrivato da Nocera Inferiore: 47 studenti e 3 insegnanti. «Il biglietto? Ma con tutte le tasse che già ci tolgono…—dice la professoressa Anna Sonetti — Certo, all’estero, quasi nulla è gratis, quindi: ticket per i turisti, ingresso libero per gli italiani». Il dibattito è aperto. Unanime però sul giudizio: «Il Pantheon è una meraviglia», dicono i ragazzi in coro. A parte l’obiezione “discola” di uno di loro: «Su “Assasin’s creed” mi sembrava più divertente».

Una meraviglia, già. Che va tutelata. I custodi del capolavoro —voluto da Marco Agrippa, genero di Augusto — non si sbilanciano. «Non possiamo parlare». Ma fanno due conti: «Mettiamo 1 o 2 euro a biglietto, 7 milioni e passa di visitatori l’anno. Non male e di soldi per conservare i monumenti ne servono tanti».

Un fiume in piena è Paolo Marra, titolare con la moglie Silvana della bottega “Casali”, stampe antiche, dal 1879 un pezzo di storia su piazza della Rotonda «All’estero paghi pure per vedere i sassi, assurdo che qui si entri gratis». Per le Guardie d’onore, i volontari che ogni giorno vegliano le tombe dei Savoia, l’ingresso deve invece restare libero. Dice il comandante e capitano di vascello Ugo D’Atri: «La bellezza e la memoria non si pagano». E approfitta: «Invito tutti domenica prossima alla festa dei 109 anni della Guardia d’onore. Corona d’alloro all’altare della Patria e corteo con fanfara dei Bersaglieri fino al Pantheon».

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