Restituire a cittadini e turisti spazi di grande qualità architettonica e artistica, in grado di far comprendere la bellezza e la magnificenza del progetto di Giuseppe Sacconi, vincitore nel 1884 del concorso per il Vittoriano, nonché di offrire una sequenza spettacolare di vedute della città di Roma, dai Fori fino al Colosseo ad est, dal Teatro di Marcello a San Pietro ad ovest. A partire da domani, venerdì 26 luglio 2024, riapriranno al pubblico il Sommoportico e i Propilei del Vittoriano, a Roma. Questa mattina ha avuto luogo la visita del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, accompagnato dalla Direttrice del Vive – Vittoriano e Palazzo Venezia, Edith Gabrielli. Grazie a un mirato intervento di ripristino delle condizioni di sicurezza e di manutenzione dei marmi, il Sommoportico e i suoi Propilei tornano finalmente a essere visitabili, dopo lunghi anni di chiusura. È un’iniziativa di alto significato culturale, volta alla piena valorizzazione del più importante monumento dedicato al primo re d’Italia Vittorio Emanuele II e all’intero Risorgimento, e alla profonda comprensione del progetto di Giuseppe Sacconi che scelse il Rinascimento maturo di Donato Bramante, con il recupero della classicità e dei suoi valori, come linguaggio artistico del nuovo Stato italiano.
“Dopo anni di chiusura, questi luoghi tornano accessibili al pubblico, permettendo a cittadini e turisti di riscoprire e apprezzare uno dei monumenti più significativi d’Italia e simbolo dell’identità nazionale. La visita a questo sito consente ai cittadini italiani di ritrovare le ragioni dell’essere popolo e comunità nazionale. Da tempo, il Mic è impegnato nell’opera di cura e valorizzazione di nuovi spazi”, ha dichiarato il Ministro Sangiuliano. Posti quasi alla sommità del Vittoriano, il Sommoportico, lungo oltre settanta metri e ritmato da sedici, monumentali colonne, alte quindici metri, e gli adiacenti Propilei consentono ai visitatori di cogliere l’ambizione del progetto di Sacconi, le sue qualità spaziali come pure il rapporto privilegiato tra l’intero monumento e la città di Roma: chi si affaccia da qui percepisce, quasi tocca con mano la relazione fra l’architettura e il contesto urbano circostante. “La riapertura del Sommoportico e dei Propilei del Vittoriano è un esito delle politiche di valorizzazione dei musei italiani, condotte nel segno della messa in sicurezza e della conservazione, ma al contempo della massima apertura alla pubblica fruizione. L’apertura di questi spazi, che al contempo permette di apprezzare e meglio comprendere il monumento e di godere di splendide vedute su Roma, secondo molteplici angolazioni, rientra fra gli obiettivi del Sistema museale nazionale, coordinato dalla Direzione generale Musei, nell’ottica di un’offerta culturale sempre più ampia e integrata nel tessuto urbano”, ha detto il Direttore generale Musei Massimo Osanna.
Questi spazi restituiscono, al contempo, con chiarezza il ruolo del Vittoriano nel dibattito politico di secondo Ottocento e primo Novecento. I Propilei sono intitolati ai due valori guida di Vittorio Emanuele II e dell’intero processo risorgimentale, vale a dire l’Unità della Patria e la Libertà dei Cittadini. Le sedici colonne del Sommoportico richiamano il numero delle regioni nell’Italia del tempo, quando molte zone del nord-est non erano ancora entrate a far parte del territorio nazionale. Ciascuna colonna termina con un capitello ornato al centro da una testa femminile con corona turrita, allegoria dell’Italia. Ancora alle sedici regioni rimandano le personificazioni dell’attico: esse furono eseguite da altrettanti scultori entro il 1910. “L’apertura del Sommoportico e dei Propilei rappresenta un ulteriore e importante risultato di una più ampia, profonda e articolata operazione di recupero critico. Attentamente studiata e progettata, l’operazione ha avuto un momento cardine lo scorso anno con il restauro della zona centrale del Vittoriano, dove si trova il lungo e per certi versi straordinario fregio di Angelo Zanelli che orna l’Altare della Patria. Questa nuova fase mira a valorizzare il progetto dell’architetto Sacconi. Al momento di aggiudicarsi il concorso, nel 1884, Sacconi aveva appena trent’anni e propose alla giovanissima Nazione un linguaggio molto innovativo, che trova le proprie radici nella classicità e ancor più nel recupero del Rinascimento maturo di Donato Bramante nel Cortile del Belvedere. Quella di Sacconi fu un’azione importante, per certi versi decisiva, che proprio nel Sommoportico e nei Propilei si coglie nella sua massima espressione”, ha affermato la Direttrice Gabrielli.
I visitatori possono oggi tornare ad ammirare da vicino le ricche e preziose decorazioni che caratterizzano il Sommoportico: il soffitto e il pavimento in commessi di marmo progettati nel 1907 da Gaetano Koch – l’architetto fra l’altro della Banca d’Italia e di Piazza Esedra, l’odierna Piazza della Repubblica – i 17 lacunari in stucco dorato del marchigiano Giuseppe Tonnini, nove con Trofei d’armi, otto con le Nuove Scienze, e i dipinti sulla parete di fondo – opera di Primo Panciroli, Silvio Galimberti e Carlo La Spina – con le date più significative del Risorgimento: dal 1848 in ricordo dei moti rivoluzionari al 1870 di Roma Capitale. E ancora si possono osservare le quattro colonne trionfali poste sulle scalinate di accesso, ciascuna sormontata da una Vittoria alata in bronzo dorato, e le decorazioni dei Propilei, ovvero all’esterno i rilievi raffiguranti L’Unità e La Libertà, realizzati tra il 1908 e il 1910 rispettivamente da Enrico Butti ed Emilio Gallori e all’interno le decorazioni in mosaico sulle volte e sulle lunette. In particolare, le lunette, concluse da Giulio Bargellini e Antonio Rizzi nel 1921, attestano, come del resto la decorazione dell’Altare della Patria di Angelo Zanelli, la sensibilità degli artisti attivi nel Vittoriano verso le tendenze dell’arte internazionale, come la Secessione viennese e Gustav Klimt. L’apertura al pubblico del Sommoportico e dei Propilei costituisce il punto d’avvio di un percorso di valorizzazione di questi spazi che proseguirà nei mesi a venire, senza avere ripercussioni sulla fruizione, in linea con la modalità del “cantiere aperto”, ormai caratteristica del VIVE.