Roma avrà un Museo del Ricordo dedicato alle vittime delle foibe. Ieri il Consigli dei ministri ha approvato il disegno di legge su proposta della premier Giorgia Meloni e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Il Museo – si legge in una nota – avrà lo scopo di contribuire a conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, di ricostruire e narrare la storia degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, dell’esodo dalle loro terre e della più complessa vicenda del confine orientale italiano.
Plauso unanime del centrodestra per questa iniziativa del governo, in linea con l’obiettivo portato avanti in questo ultimi anni di dare più rilievo a questa vicenda. Per ricordare gli eccidi di militari e civili italiani della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti tra il 1943 e il 1945, durante la seconda guerra mondiale, da parte dei partigiani jugoslavi, nel 2005 è stata istituita una Giornata del Ricordo, il 10 febbraio. Le foibe sono i grandi inghiottitoi carsici nei quali furono gettati i corpi di alcune vittime che in totale, secondo lo storico triestino Raoul Pupo, sono comprese tra 3mila e 5mila, se si includono anche quelle dei campi di concentramento jugoslavi.
Unica voce fuori dal coro del centrodestra – scribi oggi l’Ansa – è quella di Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista. “Utilizzare il fenomeno delle foibe per trasformarlo impropriamente in una sorta di shoah italiana, non è solo un clamoroso falso storico, ma – sostiene – è anche una chiara operazione politica per sminuire il ruolo della lotta di Resistenza e il suo carattere popolare, con lo scopo di cancellare le radici antifasciste della nostra Repubblica”.
Un rischio che esiste, come dimostra quanto avvenuto nel 2021, quando alcune forze politiche regionali e nazionali chiesero di equiparare le foibe alla Shoah. Richiesta reiterata l’anno successivo in una circolare del ministero dell’Istruzione, da inviare alle scuole nel Giorno del ricordo, che scatenò la reazione indignata dell’Anpi. Una richiesta – scrive sul Domani Davide Maria De Luca – che il più importante storico dei genocidi in Italia, Marcello Flores, ha definito “frutto di ignoranza o stupidità”.