La Scalinata di Trinità dei Monti, storico monumento di Roma, è finita al centro di una polemica scoppiata dopo un recente rapporto della Corte dei Conti di Parigi, che critica la gestione del patrimonio immobiliare francese della Capitale considerata “opaca e poco rigorosa”, chiedendo “la conferma dello status giuridico” della Scalinata “necessaria per chiarire le responsabilità in termini di manutenzione e restauro”. Oggi è arrivata la replica del Sovrintendente capitolino ai Beni culturali, Claudio Parisi Presicce. La Scalinata di Trinità dei Monti a Roma “è un luogo monumentale e di altissimo valore artistico, ma è anche un passaggio pubblico ed è quindi senza discussioni parte integrante di Roma capitale d’Italia”, dichiara Presicce. Di questo patrimonio immobiliare francese a Roma fanno parte anche 5 chiese e 13 immobili, amministrato dai “Pieux établissements de la France a Rome”, istituzione posta direttamente sotto l’autorità dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede.
Su questa vicenda” mi pare ci sia un po’ di confusione ed è importante separare le valutazioni della Corte dei Conti francese nei confronti dell’amministrazione dei ‘Pieux établissements de la France a Rome’ dalla gestione della scalinata di Trinità dei Monti che dal Novecento in poi è sempre stata mantenuta, restaurata e gestita in tutti gli aspetti dalle amministrazioni comunali di Roma. Solo nel periodo più recente – continua il Sovrintendente capitolino ai Beni culturali, Claudio Parisi Presicce – ricordo i due importanti restauri del 1995 e poi del 2014 e i continui interventi di manutenzione e ripristino effettuati sempre da Roma Capitale su uno dei luoghi più iconici della città, divenuto simbolo indiscusso della Roma moderna, frequentato giornalmente da migliaia di persone. Il rapporto tra la Scalinata e la Francia è una storia che ciclicamente si ripropone proprio perché per la sua realizzazione ci fu contributo economico francese, che comunque non coprì tutte le spese, ma anche in questo caso è una polemica senza fondamento perché non c’è nessuna pretesa da parte francese”, conclude Presicce.