Roma medievale: Gotor, una mostra che rilegge il passato e lo trasforma in splendore – RCTV

A Palazzo Braschi l’evento artistico e scientifico riporta alla luce una fase storica fondamentale per l’Urbe non solo attraverso le opere, ma anche presentando i luoghi e i personaggi storici, che furono protagonisti dal VI e XVI secolo

“Il fascino di Roma, dal VI al XIV secolo fu fortissimo, dal ricordo dell’Impero al desiderio di poter raggiungere le reliquie più importanti della cristianità. La corte papale era un milieu culturale con una forte attrazione anche verso la ricerca scientifica. Purtroppo l’esilio avignonese interruppe tutto questo. La mostra è il risultato di anni di ricerca ed impegno degli studiosi e ricercatori dell’Università Sapienza’’.  Marina Righetti, curatrice scientifica, insieme a Anna Maria D’Achille, presenta con entusiasmo a Radiocolonna.it la straordinaria rassegna dedicata alla fase medievale dell’Urbe e ai suoi fermenti artistici ‘’ROMA MEDIEVALE. Il volto perduto della città’’.

Allestita a Palazzo Braschi e visitabille fino al 5 febbraio, la mostra illustra come Roma fosse un polo di attrazione non solo religioso, ma anche economico, politico ed artistico,  attraverso circa 160 opere tra mosaici, affreschi e opere mobili generosamente messe a disposizione da 60 prestatori tra musei, enti religiosi e istituzioni pubbliche e private. 

“La politica culturale di una città – rileva Miguel Gotor, assessore alla cultura di Roma Capitale – si propone nell’organizzazione delle mostre un doppio passo: quello di richiamare il numero più alto possibile di visitatori, ma a volte si rinuncia alla riflessione scientifica, e l’altro quello della riflessione e del rigore storico, che questa mostra invece raggiunge nel voler ricostruire il volto di Roma perduto e schiacciato tra l’età classica e quella rinascimentale. La modernizzazione di Roma – sottolinea – sta proprio nella sua capacità di conoscere e saper rileggere il suo passato, trasformandolo in splendore, come fa questa mostra’’.        

                    

L’esposizione copre un arco temporale da papa Gregorio Magno all’indizione del primo Giubileo del 1300, e si sviluppa in 9 principali nuclei tematici. Si inizia con un’immersione nel mondo del pellegrino medievale, desideroso di entrare a contatto con le prime testimonianze del cristianesimo e le reliquie dei martiri. Segue un approfondimento della storia dei  luoghi più iconici della Roma medievale dal punto di vista religioso e politico: il complesso del Laterano, prima basilica cristiana, cattedrale di Roma e sede dei pontefici durante il Medioevo; San Pietro in Vaticano, luogo della tomba di Pietro e meta di pellegrinaggio da tutta l’Europa cristiana; San Paolo fuori le mura, memoria dell’Apostolo delle Genti, e Santa Maria Maggiore, custode delle reliquie del Presepe e prima basilica dedicata alla Vergine. Tutti questi monumenti sono profondamenti mutati, ma conservano ancora vestigia medievali di fondamentale importanza. 

Uno spazio di rilievo è dedicato al rapporto stretto tra la città e il papato. Vengono presentati i papi più rappresentativi dell’epoca, come Gregorio Magno, Leone III, Innocenzo III. Splendidi i mosaici, provenienti da S. Pietro in Vaticano e risalenti al XIII secolo, ritraggono papa Innocenzo III, Gregorio IX una testa virile (San Luca evangelista). La sezione si chiude con Bonifacio VIII (1294-1303), protagonista del primo Giubileo della storia nel 1300, ma anche dell’umiliante “schiaffo di Anagni”, antefatto del trasferimento del Papato ad Avignone (1309-1376) e dell’inizio della decadenza di Roma. Meravigliose sono la casula, due dalmatiche e un enorme piviale in opus cyprense su tessuto sciamito rosso, ricamato con filo d’oro a punto teso, dove il ricamo segue l’andamento e le forme della figura rappresentata.

La mostra ricostruisce anche lo spazio sacro di una chiesa medievale, con affreschi e arredi liturgici, reliquiari e suppellettili, per far compiere al visitatore un viaggio nel tempo, immergendolo nell’atmosfera dell’arte e della liturgia medievale. Di particolare importanza anche la devozione popolare romana, con lo spazio dedicato alle icone mariane, ancora oggi custodite nelle chiese della città, e infine l’affresco proveniente da Santa Croce in Gerusalemme.

La mostra termina con un grande pannello che illustra i luoghi e le sedi religiose, che ancora conservano un aspetto medievale,  per invitare il visitatore a proseguire la riscoperta di aspetti della città finora nascosti al grande turismo e ai cittadini.

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