La giunta capitolina ha approvato il Piano di gestione 2024-2030 del sito patrimonio mondiale “Centro Storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella Città e San Paolo fuori le Mura”, la cui redazione è stata coordinata dalla Sovrintendenza Capitolina.
Si tratta di un passaggio fondamentale per la piena e corretta tutela del patrimonio monumentale romano riconosciuto di interesse mondiale dall’Unesco, l’Agenzia dell’Onu che si occupa, tra le altre cose, della tutela del patrimonio culturale globale.
Il centro storico di Roma – un’area di quasi 1500 ettari che ricomprende un insieme unico al mondo di monumenti archeologici, chiese, palazzi, parchi e ville storiche, fontane, strade e piazze, risultato di migliaia di anni di stratificazioni – è stato iscritto nel 1980 nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco e da allora la programmazione delle azioni necessarie alla tutela e la valorizzazione dell’area devono seguire indirizzi e programmi elaborati in sede nazionale e internazionale. Al Sito Unesco si affianca poi, dal 2023, una “Buffer Zone”, una “zona cuscinetto” che ha il duplice compito di proteggere il Sito Unesco e di costituire un ponte tra questo e le zone più periferiche della città.
La missione del Piano di gestione è quella di assicurare che sia preservato il “Valore universale eccezionale” del sito, che costituisce condizione imprescindibile per l’inserimento del centro storico di Roma nella lista del Patrimonio Unesco. Il Piano – che costituisce l’aggiornamento di un primo Piano di Gestione, approvato nel 2016 – è quindi una guida per la corretta interpretazione dei valori che caratterizzano il Sito, combinando conservazione, crescita e sviluppo socio-economico della città e bilanciando gli interessi dei diversi soggetti che operano al suo interno. I suoi obiettivi sono quattro: conservazione, valorizzazione, sostenibilità e comunicazione.