I sindacati però confermano i tre giorni di sciopero contro le riduzioni di organico del Coro di Santa Cecilia
Sciopero confermato: non ci sarà il Coro nei concerti dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia in programma stasera, il 14 febbraio e il 4 aprile, ma gli spettacoli restano confermati. Si è risolto in un nulla di fatto l’ incontro fissato nel pomeriggio tra i vertici della Fondazione e i rappresentanti dei lavoratori che hanno indetto la protesta contro il blocco del turn over e la riduzione dell’ organico del coro dalle attuali 78 unità a 66 nei prossimi tre anni. I sindacati sostengono però che l’ obiettivo finale del Consiglio di Amministrazione è portare il coro a 60 unità.
“La Direzione ha convocato con urgenza le Rappresentanze – hanno detto al termine dell’ incontro – unicamente per chiedere se fossero realmente intenzionate a perseguire lo sciopero in occasione del concerto a Torino il 14 febbraio, viste le possibili implicazioni derivanti dalla diversa sede di svolgimento dell’attività artistica”.
Gli esponenti sindacali hanno ribadito che “gli scioperi sono confermati fino a quando non verrà ritirata la delibera del Consiglio di Amministrazione che prevede la riduzione del Personale del Coro. Non vi è stata dunque possibilità di confronto, a causa di una indisponibilità a ridiscutere quanto deliberato in precedenza ed unilateralmente. La riunione è finita dopo dieci minuti”
L’ Accademia Nazionale replica che “nessun posto di lavoro è messo a repentaglio né ora né in futuro”.
I vertici di Santa Cecilia precisano che il blocco del turn over di cui parlano i sindacati “non durerà cinque anni ma tre, e l’organico del Coro si ridurrà di tre unità nel 2019 (dalle attuali 78 a 75), di ulteriori tre (da 75 a 72) nel 2020, per arrivare al 2021 alla cifra di 66 unità complessive (organico adeguato ad affrontare la maggior parte del repertorio sinfonico-corale), quando per obbligo di legge dovrà essere rideterminata la pianta organica per il successivo triennio, riaprendo i tavoli di confronto sindacali”.
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ribadisce “che non è in pericolo l’eccellenza della Fondazione e che il futuro delle compagini artistiche e del personale tutto è garantito da una programmazione artistica ritenuta di altissimo livello e da una politica del personale che mira a una piena occupazione stabile avendo quasi totalmente eliminato il precariato. A tal proposito si ribadisce che l’attività di sviluppo del complesso corale è notevolmente aumentata e la presenza del Coro e delle sue formazioni, oltre che nelle produzioni sinfoniche e da camera, è arricchita da significative esperienze in Italia e all’estero”.
L’eccellenza di Santa Cecilia, è detto in una nota dell’Accademia “si basa su due elementi fondamentali, legati l’uno all’altro, che vanno perseguiti insieme: la qualità indiscussa dei complessi artistici e la solidità del proprio bilancio. Essi costituiscono garanzia di sviluppo e di stabilità per tutta l’Accademia, incluso il Coro che ne è parte essenziale e ineludibile. L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia esprime stupore per l’inaspettato clamore suscitato da un’iniziativa che non mette a repentaglio né ora né in futuro nessun posto di lavoro”.