Se son rose, Leonardo Pieraccioni filma la sua “ultima” commedia romantica

Al centro del film tutte le sue ex (anche l’ex moglie Laura Torrisi) e il rapporto padre-figlia, al cinema dal 29 novembre

Se son rose è il 13esimo film di Leonardo Pieraccioni: la sua ultima commedia sentimentale al cinema il 22 novembre ©ANGELO TRANI

Se son rose è il 13esimo film diretto da Leonardo Pieraccioni, il regista e attore toscano porta sul grande schermo per “l’ultima volta” una commedia romantica al femminile, dedicata alle sue ex e che ha come fulcro il rapporto padre-figlia. Al cinema dal 29 novembre, Se son rose segna una svolta per il toscano. 

Prima di parlare del film, Leonardo Pieraccioni dedica un omaggio a Bernardo Bertolucci, scomparso oggi a 77 anni:

“Iniziamo con un saluto affettuoso a Bertolucci, il suo era un grande cinema niente a che a vedere con quello fatto in casa dei carabettisti. Il mio film preferito è Io ballo da sola, mi ha rapito il cuore come tutti gli altri, un grande applauso a chi ti fa queste carezze per sempre. Artisti che lasciano poesie, canzoni, film ne parlo come fan assoluto. Il nostro cinema è inventato dai più grandi, Massimo Troisi, che traspose la sua arte di vivere in film”.

Tornando al suo 13esimo film, Se son rose segna una sorta di punto di non ritorno per il regista:

“Ci incontriamo a 23 anni dalla prima volta (I Laureati, diretto e interpretato nel 1995) e capisco che devo chiudere la commedia sentimentale, considero questo film il primo film della seconda serie, dove il primo era I Laureati. Ho raccontato i dubbi dei vissero felici e contenti, a 50 anni ho raccontato come gli ‘evi-tanti’, descritti nel libro L’amore dura tre anni, chi prende coscienza che non ce la fa più a correre la maratona dell’amore. Chi ha tirato i remi in barca e complice la figlia che lo sprona a riprendersi la vita e vuole fargli riprendere l’amore infinito. L’amore della figlia è quello che avrà tutta la vita. Sono convinto che per fare arrivare il pubblico, bisogna alzare il copione”.

Se son rose è la storia del giornalista malato di ‘views’ Leonardo, padre della 15enne Yolanda che per spronare il padre dalla sua staticità sentimentale e nella vita invia un messaggio a tutte le sue dieci ex: Sono cambiato, riproviamoci. Molte di loro gli rispondono e sono pronte a incontrarlo, Leonardo si sarà fatto sfuggire il grande amore della sua vita?

Un film fortemente autobiografico, come ha confermato il regista toscano:

“Ho raccontato 48 che esiste e una serie di ex che esistono, i quattro incontri motivano le ragioni per cui si lascia: i litigi, la noia, la superficialità e i cambiamenti. Il personaggio di Antonia Truppo rappresenta i cambiamenti, faccio un punto della mia vita e il cazzotto me lo merito tutto! Caterina Murino racconta la noia, il tradimento di Michela Andreozzi è un germe che una volta che è entrato tutto è finito, Claudia Pandolfi, invece, è la mia ex Laura Torrisi, la mamma della mia bambina Martina. Le avevo proposto il ruolo, ma mi ha lanciato il copione e mi ha detto di no”.

Al di fuori dalle sue ex, la sua “vicina” di casa-confidente, un ruolo spesso presente nei suoi film, è affidato a Nunzia Schiano, anche Ginora, alias 48, esula dal gruppo delle ex:

“La vera 48 mi ha chiesto di fare il provino, è l’evoluzione della becerissima definizione del trombamichesimo che per me non esiste, noi uomini ce l’abbiamo quest’atteggiamento, le donne no. Concludo e sostegno che è meglio sicuramente andare per dei lidi nuovi che tornare alle zuppe riscaldate.

A collaborare alla sceneggiatura Filippo Bologna, al cinema con la sua prima prova da regista, mentre nel film appare per un cameo Vincenzo Salemme:

“Mi auguro di fare un film con lui, è un grande attore comico con dei tempi meravigliosi. Abbiamo stretto un patto: tu ti diverti nel mio film, io nel tuo prossimo. Un ruolo che è un cameo, senza metterlo nel manifesto. Vorrei chiudere con questo film il percorso al femminile, il prossimo sarà tutto al maschile e ci sarà anche lui”.

Se son rose è il 13esimo film che Leonardo Pieraccioni, interpreta, scrive e dirige, come alterna i ruoli:

“Lo faccio partendo dalla sceneggiatura, ho scoperto come si fa il cinema dopo I laureati, avevo il terrore della regia, Vittorio Cecchi Gori mi disse come dirigerlo. Ho capito dopo che fare regia è come muovi gli attori. Con Bologna ho sistemato tutte le scene, capisci cosa devi fare e no, è difficile andare sul set e non sapere cosa succede. Al montaggio poi limi il tutto”.

Pieraccioni interpreta nel film un giornalista online, per il regista è molto importante il ruolo della stampa per ‘salvare’ le sale:

“Quando dico che ho un film, i miei amici mi rispondono tanto ho Sky, Netflix: sta passando il concetto che il cinema è una finestra da bypassare. Questo è anche colpa nostra perché abbiamo fatto dei film scritti e non riletti, bisogna essere più coscienziosi e avere un film che possa avvalersi del passaparola: vai a vederlo senza la finestra. Dire ‘lo aspetto in Tv’ è abbastanza naturale sta a noi dare qualcosa di pregiato per spingere gli spettatori in sala, ho raccontato la verità, come ne I laureati, il film deve essere sincero, bisogna riportare il pubblico in sala. I film oggi sono diventati delle brochure, il passaparola li fa funzionare, la finestra di internet esiste, vedi Roma di Cuarón che ha vinto a Venezia, ma la stampa a dirci di fare bei film”.

Se son rose è il secondo film che Pieraccioni non scrive in coppia con Giovanni Veronesi, la “colpa” è del regista troppo impegnato su diversi fronti, e sarà la sua ultima commedia romantica:

“L’ho declinata in tutti i modi possibili: l’arrivo (come ne Il Ciclone, ndr), la crisi nelle famiglie, adesso, che personalmente non inseguo più la chimera del matrimonio, racconterò delle gioie e dei problemi dei 53enni, non mi sento a disagio di incontrare un nuovo amore. Ho abbandonato i sentimentalismi, ho acquisito un elemento che sarà più presente: il rapporto con un figlio perché ho avuto Martina (che recita nel film, ndr). Continuerò a fare commedie, mi hanno proposto tutto, ma chi fa commedia ha anche toni per film drammatici. Fortunatamente la commedia ha tutti gli altri sapori, ma non avendo io la sindrome del David di Donatello, ma quella del cabaret ho fatto quello che so fare”. 

Come spesso è accaduto in passato anche Se son rose ha un sapore malinconico:

“Mi si struggeva il cuore a vedere la mia figliola recitare, con il personaggio di Michela Andreozzi ho raccontato il periodo migliore della mia vita quando il cuore è un manifesto, quando andavo a vedere i film con la mia fidanzatina dell’epoca”.

Tante le sue ex, interpretate da Michela Andreozzi, Claudia Pandolfi, Antonia Truppo, Gabriella Pession, Caterina Murino e a completare la lista: 48 alias Elena Cucci, Mariasole Pollio, la figlia Yolanda e la vicina di casa Coscia. 

Un cast tutto al femminile per la commedia più “matura” del regista toscano, le sue attrici hanno lodato Leonardo Pieraccioni, per Claudia Pandolfi è “un adorabile, meraviglioso elegante pagliaccio”. Michela Pession, invece, esordì nel suo primissimo film diretta dal regista ed è il terzo lungometraggio in cui viene diretta da lui. 

La talentuosa Antonia Truppo, che interpreta Fiammetta una ex che sta cambiando sesso, ha voluto accettare per interpretare finalmente in ruolo di una “fica”, mentre Caterina Murino si era già sentita dire no due volte in passato dal regista:

“Ho fatto due provini e non mi prese, mi ha poi chiamato per dirmi: sei la perfetta suora laica, per prepararmi al ruolo ho ascoltato e studiato le movenze di un personaggio che molti italiani conoscono”.

A chiudere il cerchio Pieraccioni, “unico anello debole delle mie fidanzate”. L’ultimo film del regista toscano sarà in sala il 22 novembre distribuito da Medusa Film e prodotto da Levante.

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