Sono da sempre la voce della paura. Le sirene, antiche sentinelle della memoria. Oggi nelle città ucraine i bombardamenti sono annunciati da una rete di sirene che produce un suono che nessuno dimenticherà mai, così come le nostre vecchie generazioni portano indelebile il ricordo di quel segnale intenso e continuo che li spingeva a rifugiarsi nelle cantine e nei sotterranei, tra il 1940 e il 1945. Soprattutto a Roma.
L’avvicinarsi dei bombardieri verso la Capitale era annunciato da una fitta rete di 54 diffusori sonori installati sugli edifici più alti e distribuiti in tutti i quartieri della città. Ogni sirena era collegata a quella successiva da una rete aerea di cavi lunga chilometri che veniva definita la “catenaria”. Suoni lunghi, quasi dei lamenti, annunciavano il passaggio delle fortezze volanti.
Sebbene tutti credessero che di quel sistema di allarme ormai lontano nel tempo non fosse rimasta traccia, la verità è che non è così. I tetti di Roma ospitano ancora 26 sirene e diversi chilometri di “catenaria”. Da Ponte Milvio a san Giovanni, da Prati al centro, silenziose e arrugginite le sirene testimoniano gli orrori della guerra. Nel 1940 erano cinquanta i potenti diffusori sonori, installati sui tetti degli stabili più alti dell’Urbe, collegati tra loro grazie a una rete aerea di chilometri di cavi, in modo tale da garantire l’accensione simultanea attraverso un comando azionato dalla centrale, situata nei sotterranei del ministero dell’Interno, al Viminale. Oggi ne sono rimaste poco più di 20.
Un suono lungo di 15 secondi era intervallato da pause di uguale durata e la portata di ciascuna sirena, arrivava fino a 5 chilometri. La gran parte delle sirene erano di tipo elettromagnetico con un unico emettitore da 500 Watt acustici, solo 8 avevano invece tre emettitori per un totale di 1.500 Watt acustici ciascuna, infine c’erano 9 sirene di tipo elettromeccanico.
Contrariamente a quel che si può pensare, la storia delle sirene non finisce con la fine della guerra: hanno continuato a suonare il mezzogiorno fino agli anni ’70, per cadere poi totalmente in disuso, abbandonate e dimenticate da tutti. Nel 1945 infatti, finita la guerra, il governo decise di lasciare in funzione le sirene solo nella Capitale (nelle altre città furono smantellate dai Vigili del fuoco). Suonavano come test a mezzogiorno, insieme allo sparo del cannone del Gianicolo.
Sino al 1952-1953 le sirene di Roma furono finanziate dal Ministero dell’Interno, ma il primo luglio del 1959 fu sospeso il pagamento. In realtà non sono mai state ufficialmente rimosse e a Roma è ancora facile vederne alcune svettare su tetti di case private e palazzi pubblici, molto spesso arrugginite o a pezzi, talvolta sono state usate come pali di sostegno delle antenne TV e delle parabole satellitari.