Undici nuove produzioni, di cui 9 di opera e 2 di danza, per un totale di 12 titoli operistici, 7 balletti e 6 concerti: è il cartellone della nuova stagione del Teatro dell’Opera di Roma che vede il debutto di importanti registi internazionali come Peter Sellars, Romeo Castellucci e Calixto Bieito, oltre al ritorno di Richard Jones, Deborah Warner, Valentina Carrasco e Pierre Audi. C’è inoltre l’omaggio a coreografi del calibro di John Cranko, Pierre Lacotte, Roland Petit e il recupero delle scenografie e dei costumi originali di Renato Guttuso ed Emanuele Luzzati. “Volti del potere” è il filo conduttore della stagione 2024-2025 che si va a intrecciare con l’anno giubilare e contempla, per questo, il ritorno del progetto Opera Camion che con la Tosca di Giacomo Puccini, dalla primavera all’autunno, porterà il titolo operistico con uno speciale allestimento mobile nelle periferie romane e in tutti i 15 municipi della Capitale oltre che in alcuni Comuni della provincia che sono in corso di individuazione. “L’Opera è un genere popolare, non è un genere di élite. Per questo l’Opera Camion torna, non soltanto in tutti i Municipi di Roma ma anche in alcune zone della Città metropolitana come d’accordo con l’amministrazione comunale”, ha detto il Sovrintendente del Teatro dell’Opera, Francesco Giambrone, nel corso della presentazione al Teatro Costanzi della nuova stagione. E sempre nell’estate del Giubileo, il programma en plein air alle Terme di Caracalla vedrà una nuova produzione: “West side story” di Benstein e diretta da Michele Mariotti.
La prima rappresentazione della nuova stagione dello stabile, invece, è in programma per il 27 novembre. Dal 7 settembre sarà possibile acquistare biglietti e abbonamenti. Si parte con il “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi, melodramma in tre atti. E poi a seguire, sul palco del Costanzi, arriveranno: “Tosca” di Giacomo Puccini, “Lucrezia Borgia” di Gaetano Donizetti, “Alcina” di Georg Friedrich Handel, “Suor Angelica” di Giacomo Puccini e “Il prigioniero” di Luigi Dallapiccola nella stessa serata, “Il Re pastore” di Wolfgang Amadeus Mozart, “L’italiana in Algeri” di Gioachino Rossini, “Carmen” di George Bizet. Spazio anche a titoli a partire dalla seconda metà del Novecento come “The turn of the screw” di Benjamin Britten e “Adriana Mater” di Kaija Saariaho, oppure a “Il diario di uno scomparso” di Leos Janacek e “La voix humaine” di Francis Poulenc nella stessa serata. Per la chiusura però si torna al Settecento con lo “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesi e Giacinto Scelsi.
Ricco anche il cartellone del balletto. La stagione come da tradizione si apre a Natale con “Lo schiaccianoci” di Petr Il’ic Cajkovskij, la prima è in programma per il 15 dicembre. Si prosegue poi con “Il pipistrello di Johann Strauss e la “Carmen” di Georges Bizet e altri. Per l’ormai tradizione trittico contemporaneo, sotto la direzione di Eleonora Abbagnato, quest’anno vanno in scena: “In esisto” di Vittoria Girelli, “S” di Philippe Kratz e “Creature” di Francesco Annarumma. Di Cajkovskij è in cartellone anche “Onegin” e prima della grande chiusura con “Marco Spada” di Daniel Francois Esprit Auber, il Costanzi manda in scena i danzatori per un medley che va da Strauss a Schubert, da Haydin a Beethoven e Mahler con il titolo “Dawson / Kightfoot – Leon / Ekman”.
Per la stagione concertistica, infine, sono diverse le serate con importanti direttori d’orchestra: James Colon, Henrik Nanasi, Rinaldo Alessandrini, Roberto Abbado, Omer Mei Wellber. Rinnovata anche la stagione delle tournée. Sul punto Abbagnato ha ricordato: “Da 12 ballerini siamo arrivati a 60. Abbiamo un grande successo con le tournée. Siamo stati a Dubai, a Parigi, a Liegi. Per la prima volta andiamo al centro La Nuvola con due balletti e cresce anche la scuola di ballo: abbiamo più di 160 allievi, tutti i miei diplomati sono già contrattualizzati, purtroppo all’estero, qui da noi i posti sono tutti occupati. Anche io sono stata all’estero per avere una carriera internazionale ma l’obiettivo è avere le strutture per tenerli qui da noi, e non formarli per mandarli all’estero: è un obiettivo importante anche per la crescita del nostro teatro”.