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The Greatest Showman, il musical di Natale al cinema…da non perdere

In sala dal 25 dicembre, con uno straordinario Hugh Jackman, nel cast anche Michelle Williams, Zendaya e Zac Efron. Il film è ispirato alla vita di P.T. Barnum.

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hThe Greatest Showman è un musical perfetto sull’imprenditore circense P.T. Barnum, qui interpretato da un eccezionale (e sempre bellissimo) Hugh Jackman. The Greatest Showman, un musical che c’insegna a credere nei nostri sogni e nell’uguaglianza, vi aspetta al cinema dal 25 dicembre, distribuito da 20th Fox.

Nel cast di The Greatest Showman anche Zac Efron, Michelle Williams, Zendaya ed è un’opera prima del regista australiano Michael Gracey, noto per aver diretto alcuni spot pubblicitari. Com’è stato per lui passare al lungometraggio?

“Ho fatto uno spot otto anni fa con Hugh Jackman, alla festa per la fine riprese, mi disse che voleva fare un film con me, ma dicono tutti così e non ci avevo creduto. Hugh mi ha inviato la sceneggiatura, in molti mi hanno chiesto se è stato la mia prima scelta per il ruolo di P.T. Barnum, beh non avevo scelta”.

Sulla promessa compiuta scherza l’attore australiano:

“Sarebbe stato bellissimo se mi avesse detto: grazie mille Hugh, ma Robert Downey Jr. sarebbe perfetto”.

Dopo l’invio della sceneggiatura è servito un lungo periodo per la realizzazione del film:

“Avevamo bisogno della musica e della sceneggiatura giusta, non sapevamo se usare hit come nel caso di Moulin Rouge, o creare musica originale e questo richiede molto tempo. Ci sono voluti più di tre anni per scrivere i testi con Benji Pasek e Justin Paul che all’epoca nessuno conosceva (il duetto Pasek e Paul, premio Oscar per City of Stars, uno dei brani di La La Land, ndr). Abbiamo avuto delle difficoltà a convincere le persone a farci lavorare con loro”.

Hugh Jackman interpreta P.T. Barnum un uomo di grande successo, ma che fa tutto per amore della bella Charity e delle sue figlie, ma che rapporto ha l’attore australiano con la fama?

“Quello che si deve ricordare di P.T. Barnum è che era nato in una situazione di estrema povertà, per lui il successo non era solo un sogno, ma era necessario per sopravvivere. P.T. superò moltissimi ostacoli e non accettava i no come risposta, inoltre aveva una profonda immaginazione, estremo coraggio e senso del rischio. È un innovatore come Steve Jobs, Bill Gates o Elon Musk, vedeva il mondo in modo diverso. Penso che cambiò il mondo dell’intrattenimento per sempre, io… non posso dire lo stesso! Per me recitare è sempre stato un sogno e una gioia, ma se non fosse andata avrei fatto altro, non avevo lo stesso senso di urgenza”.

Hugh Jackman, padre e marito fedele, ha anche risposto alla domanda sull’essere padre:

“È difficile per tutti, non m’interessa se sei giornalista, attore… la vita moderna è difficile per tutti. La cosa più difficile è trovare l’equilibrio, trovare il tempo per te, il tuo partner, i figli. Leggiamo articoli che ci danno dei consigli, c’è una sorta di nirvana che ancora non abbiamo raggiunto. Io posso ritenermi fortunato perché ho una moglie pazzesca (Deborra Lee-Furnees, ndr) che ho conosciuto prima che tutto ciò mi accadesse, lei mi supporta sempre e mi ama. Se la mia ambizione prendesse il potere, lei mi rimetterebbe sui binari…”.

Una dei temi più belli di The Greatest Showman è il fatto che tutti siamo uguali e nessuno è diverso, tutti contribuiscono al più grande spettacolo, quel circo delle stranezze ideato da Barnum che è un sinonimo della vita. C’è una donna barbuta, un gigante, due gemelli siamesi, l’uomo più tatuato e il più grasso al mondo. Guardandoli il pensiero va a Freaks, il capolavoro di Tod Browning che utilizzò veri “fenomeni da barraccone”:”

“Sì, Freaks è uno dei nostri riferimenti, ma abbiamo scelto di chiamarli oddities (stranezze), non volevamo che fossero identificati dallo stigma, volevamo concentrarci sulla loro umanità più che sulla loro stranezza. Freaks e altri film sono stati fra i punti di riferimento, ma volevamo renderli più umani e non legarli alla loro deformità…”.

Da Freaks agli X-Men il passo è breve, e Hugh Jackman deve molto a Wolverine, uno dei mutanti:

“I temi del film: tolleranza e accettazione sono due dei cardini degli X-Men. Questo film però è basato su una storia vera: nell’Ottocento, persone come loro erano nascosti ed erano considerati come una dannazione divina. Se vi ricordate il film The Elephant Man, era un mondo mostruoso che li sfruttava. Barnum, al contrario, li mostrò al mondo e li fece diventare delle star. Molti di loro vivevano con lui, altri divennero ricchi e viaggiarono nel mondo. Sono molto orgoglioso di questo tema, ho due figli teenager e non esistono teenager al mondo che non si sentano strani e vogliano disperatamente conformarsi al resto, questo film insegna il contrario: la tua stranezza ti rende speciale”.

Nel cast ci sono anche Zac Efron e Zendaya, la loro storia d’amore è contrastata nel film:

“Io mi sento rappresentato in questo film, Phillip ha raggiunto il successo in tutti i campi, ha soldi, ha tutto quello che un uomo può desiderare, ma era triste e poco soddisfatto. Quando incontra P.T. scopre che c’è molto di più… c’è l’amore, e finirà per innamorarsi di Anne Wheeler, la loro relazione era un tabù, mi ci riconosco”.

Zendaya gli fa eco: “La cosa più importante del mio ruolo era questa relazione, per me era che qualcuno ti potesse dire chi potevi amare. Ancora oggi è molto attuale, vengo da un’unione interraziale per me era molto importante. Il tuo amore deve essere più grande, è la costante lotta fra cuore e testa, ma noi scegliamo l’amore”.

The Greatest Showman è un inno alla bellezza della diversità, risponde così Hugh Jackman:

“In questo film vediamo la nascita degli USA moderni, il concetto che talento, l’impegno e l’immaginazione ti porteranno avanti nella vita. Questo film parla di diversità e la canzone This Is Me si occupa di questo, quando l’ho sentita la prima volta ho pianto. Penso che sarà un inno che passerà alla storia, ancora oggi mi commuove. È una canzone che parla di chi siamo, che dice: voglio amare quella persona, mi piace quel cibo, voglio fare questo lavoro… Quella canzone cantata da Keala (Seattle) è un momento super toccante”.

Zac Efron è molto legato ai musical: “The Greatest Showman porta il genere a una serie di sfide totalmente diverse”.

Hugh Jackman ha fortemente voluto realizzare questo film, candidato a tre Golden Globe:

“Sono affascinato dai personaggi innovatori, che seguono la loro strada e sono determinati e hanno il potere di vedere dentro le cose. P.T. aveva un’innata conoscenza dei bisogni e dei desideri delle persone. C’è una storia che lo riguarda, a 16 anni comprò 500 bottiglie vuote per un dollaro e ideò una lotteria per vincerle e vendeva i biglietti a 10 dollari. Quando il capo lo scoprì voleva licenziarlo e lui rispose: le persone partecipano in ogni caso, vogliono vincere non gli interessa il premio! Sapeva quello che le persone volevano, ha avuto le peggiori recensioni della storia, ma seppe utilizzarle a suo vantaggio. Era un grande ottimista. Aveva bisogno di essere amato. Ma il vero P.T. Barnum di questo film è Micheal, il regista”.

Modesto, bello, bravo, Hugh Jackman passa la parola al regista, The Greatest Showman uno spettacolo per occhi e il cuore, non è stato facile da realizzare:

“Due numeri sono stati difficili, la scena fra Zac e Zendaya era particolarmente dura da realizzare. E doveva sembrare graziosa e realizzata con facilità, la seconda scena è stata quella al bar con Zac e Hugh: ci sono voluti due mesi di prova e niente computer”.

“Abbiamo bevuto qualcosa come 140 shot di whisky”, scherza Hugh Jackman.

The Greatest Showman è bellissimo, al circo era molto legato anche il nostro Federico Fellini:

“Sì, per me è uno dei più grandi registi italiani, il suo lavoro mi ha influenzato e ha anche segnato altri registi che amo come Terry Gilliam. Ci sono scene di questo film in cui guardavo nel circo e si vedevamo delle ombre e sorridevo e mi dicevo: questo è un film che avrebbe potuto fare lui”.

“Anche Roberto Benigni – conclude Jackman – che ha incantato il mondo con il suo La vita è bella. E quando vinse l’Oscar la sua passeggiata sulle teste nella platea è uno dei momenti preferiti della storia dei premi per me. Posso parlare a nome di tutti, nessuno si gode la vita come voi italiani. Quando avevo 18 anni, la mia amica Anna che viveva a Bologna mi regalò una cassetta di Zucchero che ho distrutto per quante volte l’ho ascoltata!”.

The Greatest Showman è un film che adorerete e con il quale potete concludere in modo sfavillante il 2017.

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