Cecilia Gentile per La Repubblica Roma
“Morte” e “Balto”. Quelle due scritte che hanno violato il Colosseo da poco restaurato ormai sono il simbolo della fragilità del sistema monumentale di Roma. Nel giro di un giorno l’Anfiteatro Flavio è stato oltraggiato da due brasiliani che sono penetrati all’interno scavalcando il cancello e da ignoti che hanno imbrattato una colonna nella parte sud est.
A parte poche eccezioni superpresidiate da vigili urbani, esercito, polizia e carabinieri, come piazza di Spagna o Fontana di Trevi, le aree archeologiche e monumentali della capitale sono le grandi dimenticate. Sampietrini sconnessi, vergognosi e antiestetici rattoppi, scarso controllo del territorio. Non si chiede qui di valorizzare le imponenti testimonianze archeologiche che sono fuori del centro storico, come, per esempio, Porta Maggiore con l’annessa Tomba del fornaio, oppure il vicino tempio di Minerva Medica, sfortunatamente in mezzo a snodi ferroviari e stradali. Ma di valorizzare e preservare quello che tutto il mondo conosce e ci invidia, sì. Perché è lì che si dirigono i turisti e purtroppo anche i vandali e i malintenzionati.
Proviamo a scendere verso i Fori da via Nazionale. Se siamo a piedi ci troveremo ad affrontare marciapiedi dissestati, se ci spostiamo in auto o su un mezzo pubblico avvertiremo i contraccolpi degli avvallamenti e dei sampietrini saltati. Un percorso a ostacoli su via XXIV Maggio e via IV Novembre, che raggiunge l’apoteosi in piazza Venezia. Piazza che sarebbe meglio definire rotatoria, dove i tanto decantati interventi alla pavimentazione hanno riguardato solamente alcuni tratti, mentre il resto è ancora una successione di rattoppi e voragini. Altro sito storico: piazza Augusto Imperatore, nel Tridente, a due passi da piazza del Popolo.
Intorno al Mausoleo di Augusto sono ancora abbandono, sporcizia e caos. Il restyling della piazza annunciato nell’aprile 2015 dall’ex sindaco Ignazio Marino non è mai partito. “Due anni di tempo persi in maniera colpevole – accusa l’ex assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo – Ci sono 12 milioni di euro messi in bilancio ancora disponibili, c’è il progetto esecutivo e la gara è stata espletata. Manca solo di verbalizzare la fine dei lavori da parte della commissione “. “E intanto la piazza rimane così – protesta Viviana Di Capua, presidente dell’associazione Abitanti centro storico – auto parcheggiate al posteggio dei taxi, sosta selvaggia, abusivismo di ogni tipo. Ci vorrebbe più polizia municipale sul territorio, vero e unico deterrente. E ci deve essere l’impegno di ognuno di noi. Per esempio, appena terminato il restauro della Scalinata di Trinità dei Monti, noi abbiamo realizzato un volantino in sette lingue e siamo andati a distribuirlo sulla scalinata per sensibilizzare i turisti”.
A Campo de’ Fiori sono le 17.15 e c’è ancora l’ultima bancarella del mercato mattutino che sta smobilitando. Il mezzo Ama comincia il carosello intorno alla statua di Giordano Bruno e l’auto della polizia posteggia davanti al forno. “La notte Campo de’ Fiori è presidiatissima – racconta Di Capua – ma bisognerebbe aumentare i controlli anche di giorno, specialmente sull’indotto del mercato che ormai dilaga, per verificare la regolarità delle licenze”. “Sì, ben venga il biglietto per entrare al Pantheon conclude la presidente – Così non avremo più il circo di abusivi dentro al pronao”.
Il I municipio ha annunciato un progetto di rilancio per via Veneto. Ma ieri sera la strada dall’ormai logora definizione “della Dolce vita” era soltanto una triste successione di dehors e marciapiedi solitari. Le uniche concentrazioni di persone erano alla fermata del bus.