Secondo giorno a Venezia 74, esordio per The Shape of Water, l’ultimo film di Guillermo Del Toro, mentre Paul Schrader è al Lido per parlare di First Reformed. Per le sezioni Fuori Concorso Zama dell’argentina Lucrecia Martel e The Devil and Father Amorth, documentario di William Friedkin, il regista de L’Esorcista, su un vero esorcismo e The Insult, un altro film in concorso di Ziad Douieri.
Dopo l’accoglienza tiepida per Downsizing, al Lido oggi c’è stata una dote di magia con The Shape of Water, la storia fantastica fra la timida Elisa e una creatura del mare. A presentarlo il regista messicano Guillermo Del Toro e i protagonisti Sally Hawkins, il premio Oscar Octavia Spencer e Richard Jenkins.
Zama
Lucrecia Martel porta Zama, uno dei capolavori della letteratura argentina, sul grande schermo. A interpretarlo l’attore messicano Daniel Giménez Cacho, la spagnola Lola Dueñas. Tratto dal romanzo di Antonio De Benedetto, Zama racconta la storia dell’omonimo ufficiale della Corona spagnola che attende una lettera di t rasferimento.
“Le ragioni per cui un libro diventa un capolavoro, è dovuto alla capacità che ha di influenzare i lettori. Fare un film su Zama era l’unico modo di uscirne, questa contaminazione è un miracolo che si chiama cultura. Quello che ci porta a non essere un gruppo di persone sciolte, ma un gruppo unito. Tutti i motivi per cui leggendo Zama ci sono i motivi per renderlo un film, a me mi ha colpito più che l’attesa, la follia dell’identità come se fosse un beneficio, ma lo è solo per i terapeuti. Io credo che sia una prigione, qualsiasi cosa che ci limiti è una minaccia di morte”, ha spiegato la regista.
Lucrecia Martel rimbalza le domande sul percorso lungo di creazione di questo film: “Non so perché bisogno fare film rapidamente, penso che la lentezza e il poco sono concetti molto ecologici”. Zama, secondo la regista, è fedele al libro di De Benedetto: “È un soliloquio, non è un romanzo che sviluppa la natura. L’unica parola che so in italiano è coinvolgente, non so se è adeguata. Nel cambio del linguaggio abbiamo adeguato in un certo senso la natura”.
Zama rappresenta l’identità nazionale, ma è stata una coproduzione, come ha sottolineato il produttore Santiago Galleli: “Sono felice di aver fatto un film di questo genere ispirato a un romanzo come Zama”. Le coproduzioni sono “spesso un disastro”, non è stato questo il caso, come ha sottolineato la regista. Nel film due fra gli attori più noti e migliori in lingua spagnola: Lola Dueñas e Daniel Giménez Cacho. L’attore messicano “non aveva mai lavorato in un set così intensivo. Abbiamo preso lezioni di ballo neoclassico, per dare l’impatto dell’impero spagnolo”.
Lola Dueñas si coccola Lucrecia Martel: “È un sogno che si è realizzato. Il trucco, i capelli, ogni minimo dettaglio… mi sento fortunata”.
The Devil and Father Amorth
Nel 1973 William Friedkin sconvolse il mondo con il suo Esorcista, è tornato sul tema in questo documentario in cui ha ripreso un vero esorcismo realizzato da padre Amorth, il prete esorcista scomparso recentemente.
“L’ho contattato e gli ho chiesto se potevo parlargli o riprenderlo durante un esorcismo, quando mi ha detto di sì sono andato a fare il documentario ma ero solo e con una cinepresa piccola. The Devil and Father Amorth è la reazione a tutto questo”, spiega il regista.
A colpire Friedkin l’ironia di padre Amorth: “Affrontava il Diavolo con ironia, non era per lui un supereroe. Lo trattava come uno stupido, il mio film è totalmente finzione, quello che gli ho visto fare era vero”. Friedkin è riuscito a tenere anche la sua irriverenza. Il regista dell’Esorcista dopo che l’ha visto da vicino non teme più il Diavolo, il demonio oggi ha il volto del terrorismo:
“Basta guardare il telegiornale, il fondamentalismo religioso, gli attacchi di Nizza, Parigi, Bruxelles e Barcellona, non conosciamo quello che accade, questo è il male”.
Friedkin non si definisce scettico: “Tante cose non troveranno definizione, non sappiamo cosa sono. Il mistero dell’amore, il Diavolo… quanti di voi sono certi della non esistenza di Dio?”.
First Reformed
First Reformed è scritto e diretto da Paul Schrader, lo sceneggiatore di Taxi Driver. Presenti Ethan Hawke, Amanda Seyfried, Victora Hill e i due produttori. Il protagonista principale è un pastore di una piccola chiesa che sta per compiere 250 anni. Toller non si è mai ripreso dalla perdita del figlio e a farne i conti è la sua fede.
“L’influenza di Bresson e del suo Curato di Campagna è evidente. Ho avuto un background religioso, avevo il testo di un libro, ma poi mi sono fatto sedurre dal cinema. Due anni fa, ho pensato che i tempi maturi per riprendere questo soggetto”, ha specificato Schrader.
Per Ethan Hawke non è stato un ruolo difficile, ha fatto felice la bisnonna: “È la prima volta che faccio un pastore, ma la mia bisnonna era convinta che sarei diventato un prete, quindi avrei dovuto aspettare la chiamata, ma grazie a Dio non è arrivato, sono stato circondato dalla religione da sempre, quindi sapevo come interpretarlo”.
La famiglia dell’attore era fortemente contraria alla fama, e ha affermato che ha messo molto di se stesso in questo personaggio. L’attore ha definito lavorare con Schrader trascendentale. Amanda Seyfried, personaggio femminile principale, si affida per la sua meditazione religiosa al suo cane, star di Instagram.
Paul Schrader ha risposto così a chi ha chiesto se First Reformer è ispirato al capolavoro Taxi Driver: “Al montaggio mi hanno detto ha molto di Taxi Driver, questo film è infuso nel copione”. Per Ethan Hawke, uno dei migliori ruoli della sua carriera, “la vita è un equilibrio fra la disperazione e solo l’amore può vincere”. Schrader ha definito una scena del film come “il bacio più lungo cinematografico”.
The Insult
In Concorso anche The Insult, produzione franco-libanese curata da Julie Gayet. Un insulto estremo a Beirut porta un cristiano e un profugo palestinese in tribunale. “Il film è iniziato con un incidente successomi a Beirut, fra due persone normalissime, si tratta di giustizia e della dignità. È difficile spiegare il Libano, ci sono molte religioni”, ha spiegato ili egista Ziad Doueiri.
Il regista è d’accordo che tutto questo non sarebbe successo se la società libanese, e non solo, sarebbe gestita dalle donne. “Volevo che il film fosse fluido, i personaggi forti, anche se il 40% è girato in tribunale”, ha spiegato il regista.
“Sono cresciuto im una famiglia che si occupa di giustizia, mia madre, ha 80 anni, è lo fa ancora oggi. Per raccontare il processo, ho visto molti film ambientati in tribunale come The Verdict con Paul Newman”. Il film è quasi costato il divorzio al regista: “Con Joëlle Touma abbiamo litigato spesso per questo film… eravamo a un passo dal divorzio”.
The Shape of Water
La magia di The Shape of Water ha convinto molti della stampa al Lido. Il film ambientato negli anni ’60 racconta la storia d’amore fra una timida inserviente muta, Elisa, e una creatura del mare. Lo dirige Guillermo Del Toro che torna alla magia del suo Labirinto del Fauno.
“Il film tratta di tantissimi argomenti, credo che la fantasia sia politica, ho parlato dell’amore, l’amore vince sulla paura e sul cinismo, anche perché questi ultimi sono stati usati troppo. Il film è un po’ come la Bella e la Bestia, ma sono andato oltre. Il personaggio di Elisa è vero, si masturba, così come la mattina fa colazione, ed è così che ho pensato anche alla scena di sesso per girarla ci abbiamo messo sei ore”, ha spiegato il regista messicano.
Come spesso accade Del Toro ha scritto una biografia per tutti i personaggi del film, ma non per la Creatura che non ha un nome: “Dentro ci sono molti personaggi. Solo Elisa e la Creatura non hanno una biografia. È un po’ come il Teorema di Pasolini in versione pesce”.
La scrittura di Guillermo del Toro è stata tradotta magicamente in immagini anche grazie al direttore della fotografia Dan Lausten: “I personaggi di Sally e Richard vivono insieme, ma mentre quello di Elisa ha i colori del mare e ha perdite di acqua, quello di Richard è pieno di luce. Elisa inizia poi a vestirsi di rosso solo quando ha scoperto l’amore”.
Nel cast anche Octavia Spencer, premio Oscar per The Help, è passata a interpretare una matematica a una donna delle pulizie: “Guillermo mi ha proposto questo ruolo, Zelda è la regina dell’ufficio e ha per amica una ragazza che non parla. Sono due personaggi simmetrici: a volte parlano troppo, a volte stanno in silenzio.
Il film è ambientato in piena Guerra Fredda nel 1962: “L’America di allora è molto simile a quella di oggi, all’epoca e oggi l’America vuole diventare più grande. Abbiamo gli stessi problemi di allora, quando hanno ucciso Kennedy hanno ammazzato Camelot, il periodo è simile. La Creatura è divina ed è la storia di un uomo che la vuole rende invisibile. Chi pecca d’arroganza ha una caduta tragica. È un film che racconta emozioni, l’amore è quella più grande. Come dicevano Beatles e Gesù Cristo”.
Per Guillermo Del Toro questo è un film “francese”, perché i protagonisti sono grandi amanti del cinema. Francese è anche il suo compositore, il premio Oscar Alexandre Desplat, suo il fischio che si ascolta in The Shape of Water: “L’emozione è cruciale e per enfatizzare ancora di più le emozioni abbiamo usato la musica. I riferimenti musicali sono stati Nino Rota e Georges Delerue”.
“Volevo una musica che facesse commuovere, adoro la musica composta da lui. Ci siamo rivisti molto spesso a Parigi per lavorare a queste partiture, ero con lui, ogni meeting mangiavamo e abbiamo trovato la colonna sonora, cercavamo uno strumento e lui ha fischiato. Per parlare di amore hai bisogno di un partner, la Francia si è sposata bene con il Messico…”, ha spiegato il regista.