Il 25 novembre, la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, è una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. A iniziare proprio da questa data, il 25 novembre 2022, il progetto Memini Me. Ricordami sarà ospitato presso la Villa di Massenzio, fino al 10 gennaio 2023, come testimonianza e compianto per le vittime di femminicidio e di violenza di genere. Ideata dall’Officina creativa le Lase, con la cura di Manuela Troilo, l’iniziativa è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Le artiste promotrici sono Manuela Troilo, Fernanda Andrea Cabello, Alessandra Francesca Spina, Angela Torcivia; e le artiste partecipanti: Maria Bianchi, Cinzia Catena, Laura D’Uffizi, Federica Lagella, Stefania la Terra, Annalisa Lanari. Partecipano al progetto i seguenti enti e strutture con i rispettivi laboratori artistici: Villa Letizia e Villa Madre Chiara Ricci Srtre, Asl Roma Dipartimento Salute Mentale – Centro Diurno Montesanto/Palestro, Centro Diurno Pasquariello.
“Fin dai tempi più remoti – si legge in una nota – l’arte era rituale collettivo che canalizzava lo spirito della comunità, la forza, il coraggio, ma anche le paure, le fragilità, ed è in questa direzione che l’associazione ha orientato il suo percorso per esprimere, appunto attraverso l’arte, l’angoscia esistenziale, l’orrore della violenza, il disagio psichico che ne deriva. Il valore del progetto è nel supportare persone con fragilità nella realizzazione di opere artistiche in ricordo di coloro che non hanno potuto essere salvate dalle loro fragilità e da una società talvolta indifferente, cioè le vittime di femminicidio dell’ultimo anno. Il progetto infatti coinvolge strutture residenziali e centri diurni dove le artiste delle associazioni lavorano o fanno volontariato con pazienti psichiatrici gravi. Dalla loro esperienza nasce la certezza che l’arte ha un valore salvifico, e che attraverso una canalizzazione del disagio può assurgere a valore il dolore che scaturisce dall’impotenza della propria fragilità. L’opera corale si sviluppa in un percorso a spirale, a rappresentare il vortice della violenza ma anche l’esatto opposto, cioè un’eterna rinascita che tramite la connessione con la terra genera la purificazione e diventa testimonianza e memoria”.
“I tulipani in ceramica di circa 30 cm, tutti diversi tra loro, realizzati a mano, simboleggiano la singolarità di ogni vittima e della sua storia, racconto di violenza che, tramite un QRcode apposto su ogni fiore, si potrà conoscere tramite un’apposita app sul cellulare. Il numero dei tulipani è pari al numero di vittime di femminicidio dell’anno. Il fiore è stato scelto per la sua forma che ricorda quella della fiamma di una candela e vuole essere un ricordo, un abbraccio a quella donna, uccisa troppo spesso per mano della persona che amava. All’interno del Mausoleo di Romolo, a terra, un’ulteriore installazione completa gli spazi museali, un’opera realizzata con parti di mosaico in vetro rosso che emerge dalla polvere: il titolo Rer carpet di Manuela Troilo rappresenta la scia di sangue dei femminicidi, in contrasto con l’effimera evocazione delle passerelle di emblemi femminili fuorvianti, irreali e stereotipati”, conclude la nota.