Fiera Roma: Piccinetti, Colomban guardi ai fatti

Parla l’amministratore unico dell'ente fieristico, dopo che l’assessore alle Partecipate ha annunciato l’uscita del Comune dal capitale. “C’è solo una risposta e si chiama lavoro, lavoro e ancora lavoro. Molte aziende fanno solo perdite e debiti. Eppure...”

Articolo uscito sul secondo numero della newsletter “Osservatorio sulla Capitale”

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Se la squadra è al completo, con undici giocatori in campo, allora le chances di vincere aumentano. Ma se si gioca in dieci o in nove, allora tutto diventa più difficile. Specialmente quando a starsene in panchina è uno dei giocatori essenziali. La metafora calcistica non è tanto lontana dalla situazione di Fiera di Roma, l’ente capitolino finito più volte con un piede nella fossa a causa degli enormi debiti (tra i 180 e i 200 milioni), accumulati dalla controllante Investimenti dopo anni di politiche allegre. Eppure Fiera, affidata dal 2016 alle cure di Pietro Piccinetti, ingegnere romano, friulano d’adozione e dalla grande esperienza internazionale, guarda al futuro con un certo ottimismo. Nonostante il Campidoglio a trazione grillina, azionista al 21,7%, abbia ufficialmente dichiarato per bocca dell’assessore Massimo Colomban di voler dismettere la propria quota, spingendo Fiera verso l’accorpamento o, peggio, la chiusura.

 

Ingegnere, Colomban vi ha definiti “un pozzo senza fondo” e per questo ha deciso che il Comune non ha più ragione di sostenervi…Come si sente? 

Mi spiace molto per quanto dichiarato dall’assessore Colomban, ma preferisco rispondere con i fatti piuttosto che con le parole. Conosco solo una risposta: lavoro, lavoro, lavoro. Da aprile scorso, con la nuova gestione di Fiera Roma,
abbiamo creato posti di lavoro e indotto, rendendoci catalizzatore dell’economia del territorio e non solo. Continueremo a lavorare su questa strada, nell’interesse della Città e del Paese. Però lo ammetto, è assurdo. Se penso alle altre partecipate…

 

Dica…

Si pensa ad Atac o Ama che generano solo perdite e passivi, eppure ci si spende molto per loro. Noi invece, che solo con un evento siamo stati in grado di generare milioni di valore aggiunto, indotto compreso, avremmo bisogno di un segnale concreto anche dal nostro azionista al Comune. E invece niente. Perchè il vero problema di Fiera è che non c’è unione. E solo uniti si vince. Se si gioca tutti dalla stessa parte allora ce la facciamo, altrimenti è tutto più difficile. Per fortuna abbiamo i nostri alleati anche in Comune.

 

Chi?

L’assessore allo Sviluppo Meloni (Adriano,ndr) che si sta molto spendendo per noi. E’ un grande aiuto per Fiera. Io comunque sono ottimista, anche perché le cose stanno andando bene.

 

Come fa a essere ottimista visto il coming out del Campidoglio?

Glielo spiego subito. Gli eventi annunciati lo scorso autunno, quando presentammo il nostro piano strategico, sono andati tutti bene, con biglietti e presenze in aumento. E poi abbiamo appena chiuso una joint-venture con Fiera Marocco, il che vuol dire per noi internazionalizzazione. Il nostro obiettivo è diventare uno dei punti di riferimento del sistema fieristico mediterraneo. Tra le ultime operazioni, un accordo con Fiera di Padova per gestire in due gli allestimenti fieristici di tutti i poli da Firenze in giù. In primavera ospiteremo Romics, l’evento internazionale dedicato ai fumetti. Infine stiamo studiando con gli enti fieristici di Pechino, una serie di eventi bilaterali dedicati alla Via della Seta.

 

Volete scalare la classifica europea delle fiere, è così?

Ma certo. Non è possibile che Roma oggi sia alla diciassettesima posizione, davanti a noi ci sono città come Vienna. Eppure noi abbiamo un potenziale ben maggiore. Torniamo al punto di partenza. Se solo una parte della squadra crede alla vittoria, non si vince la partita.

Perchè Milano fa numeri così alti rispetto a Roma?

Tanto per cominciare ha la Borsa, visto che è quotata e questo significa milioni. E poi ha l’industria. A Roma non potremmo mai fare il salone del mobile. Ma questo non c’entra, noi siamo Roma e dobbiamo pensare a Roma, con i nostri eventi, che comunque oggi fruttano anche 150 mila ingressi.

 

Come vanno i rapporti con Investimenti?

Ottimi. C’è un grande manager (Luca Voglino, ndr) che sta ristrutturando il debito e rispettando il concordato con le banche.

 

Ecco, il debito. Il vero problema. E non solo per Colomban

Certo che lo è. Ma come ho detto Investimenti sta facendo tutto il necessario. E ad oggi posso dire e garantire che l’esposizione è sotto controllo.

 

Le faccio un nome, ma non si arrabbi: Vecchia Fiera

Penso a quella maledetta delibera che ha ridotto le cubature, rendendo difficilissima la vendita. Lei non sa quanto ci è costata quella delibera. Ora è tutto nelle mani del Prefetto. Vedremo.

 

Comune permettendo…

Glielo ripeto, vedremo.

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