Ad Ama costano care cause e ricorsi. Più o meno un milione di euro, e solo a conteggiare i contenziosi legali più importanti. Il dato emerge dai dati aggiornati al 31 ottobre 2017 relativi alle spese della municipalizzata per incarichi e consulenze, comprese quelle legali. In pratica, il grosso delle consulenze di Ama se ne va in spese per avvocati per difendersi nei vari contenziosi che vedono coinvolta la società.
“Attività di difesa in procedimenti giudiziari” è infatti la voce più ricorrente nel prospetto. Si va dai piccoli esborsi di poco superiori ai 2 mila euro, fino a parcelle decisamente più elevate, di 100, 200 mila euro. Il tutto porta il conto legale dell’Ama a ridosso del milione di euro, citando appunto le parcelle più sostanziose. Sorge a questo punto spontaneo chiedersi quale sia la situazione presso le altre partecipate capitoline sul fronte dei contenziosi legali. Ma ci sono poi anche le spese notarili, per gli atti, che rappresentano un’altra voce importante delle consulenze Ama.
Intanto la municipalizzata guidata da Lorenzo Bagnacani è ancora alla ricerca del successore di Stefano Bina, dopo all’addio a sorpresa (ma non troppo) dell’ex dg. In verità Bina pare non andasse molto d’accordo con l’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari. Ma la sostanza non cambia, visto che oggi Ama si ritrova senza la sua figura operativa apicale, per giunta a ridosso del Natale.
Dal Campidoglio fanno intendere di voler chiudere la partita per il nuovo manager Ama entro Natale, per assicurare la maggior continuità aziendale possibile. Nel mazzo di Virginia Raggi ci sarebbero una decina di candidati, ma i nomi sono ancora top secret.
Di sicuro, per scongiurare un’altra crisi dei rifiuti, il Campidoglio ha deciso di affidare parte della spazzatura indifferenziata romana a 11 impianti terzi, in altre regioni. “Ci abbiamo lavorato in questi mesi lontano dai riflettori. Ama dal 23 ottobre ha sottoposto alla Regione Lazio la richiesta di attivazione delle procedure relative all’applicazione degli accordi interregionali, in particolare con la Regione Toscana e la Regione Abruzzo. In un clima di collaborazione istituzionale, la Regione Lazio si è impegnata ad approvare con la massima urgenza la delibera necessaria a dar corso all’attivazione degli accordi interregionali”, ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari. Già, ma quanto costerà?