Categorie: Economia urbana

A Poste l’assicurazione sui dirigenti di Atac

Il ramo Vita del gruppo si aggiudica la polizza in caso di decesso per il corpo dirigenziale della municipalizzata. Ancora mistero sui conti 2016

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Lo Stato assicura un pezzo di se stesso. Succede in Atac, dove Poste si è appena aggiudicata la commessa per l’assicurazione in caso di decesso dei dirigenti. Qualche mese fa la municipalizzata dei trasporti, di cui si attende ancora il bilancio 2016, come raccontato giorni fa da Radiocolonna.it, ha indetto una gara per individuare la compagnia assicurativa al fine di di stipulare polizze vita per il corpo dirigenziale di Atac.

Tale bando, del valore iniziale di 142 mila euro, è stato aggiudicato a Poste Vita, il ramo assicurativo del gruppo guidato da Matteo Del Fante (ex  numero uno di Terna) per un importo complessivo di 118 mila euro. La gara indetta dall’Atac aveva sollevato qualche perplessità, dalle parti del Corriere della Sera, che lo scorso aprile si era chiesto il perchè la municipalizzata capitolina dovesse cercarsi un’altra compagnia quando il Comune di Roma ha già una propria compagnia assicurativa, l’Adir, controllata al 75% dal Campidoglio, dall’Ama e dalla stessa Atac, mentre il restante 25% è in mano alla Regione Lazio.

In sostanza, benchè il Campidoglio azionista di Atac possegga una propria società assicurativa, decide di affidare il servizio all’esterno, indicendo una gara.

Intanto, come anzidetto, tiene banco la questione bilancio 2016. A sei mesi dalla chiusura dell’esercizio 2016, dei conti della municipalizzata romana non v’è ancora traccia. Eppure, lo scorso anno andò diversamente, visto che il bilancio fu approvato dall’assemblea il 21 giugno, dopo essere stata convocata l’8 dello stesso mese. Addirittura, i primi rumors sui conti 2015 iniziarono a circolare a marzo del 2016. Quest’anno invece dei numeri Atac ancora nulla.

La legge fissa il termine a 120 giorni dalla chiusura dell’anno, dunque entro aprile. Consente comunque, in base alla conformazione societaria e solo in presenza di una norma statutaria, di derogare a 180 giorni, ovvero entro giugno. Di solito tale slittamento è concesso alle società che debbono redigere un bilancio consolidato. Ma anche questo limite pare essere stato scavalcato.

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