A Roma stop di bus e metro l’8 novembre, sciopero senza fasce di garanzia

Sindacati: in questi dieci anni sono stati fatti 1,5 miliardi di euro di tagli.

I sindacati rappresentanti dei Tpl confermano lo sciopero del prossimo 8 novembre quando i dipendenti del settore si fermeranno con uno stop al servizio senza fasce di garanzia, una modalità di protesta che, secondo le sigle sindacali, è prevista dalla legge una volta per ogni vertenza sul rinnovo del contratto come in questo caso e che dal 2005 non è utilizzata. Il segretario generale Filt Cgil, Stefano Malorgio alla conferenza stampa questa mattina a Roma, rassicura: “che ‘quelle fasce possono non esserci’ significa che ci saranno servizi minimi generali, non c’è mai la cancellazione del trasporto pubblico”. Malorgio continua affermando: “In questi dieci anni sono stati fatti 1,5 miliardi di euro di tagli. Serve una decisione forte da parte della politica o rischiamo la desertificazione”. Il Ccnl ad oggi si applica a più di 100mila addetti e negli ultimi 20 anni sono stati siglati solo 3 rinnovi, rispetto ai 6 che ci sarebbero dovuti essere. “E’ necessario l’avvio di un tavolo istituzionale di confronto”, afferma Salvatore Pellecchia Segretario Generale Fit-Cisl, sottolineando che “le nostre richieste sono chiare: sciogliere il nodo delle retribuzioni, aumentare i salari erosi dalla forte inflazione, agendo così anche sulla carenza di personale e attirando nuove leve; rivalutare in chiave migliorativa le condizioni occupazionali e normative puntando, inoltre, a facilitare la conciliazione vita-lavoro. Negli ultimi 20 anni si è giunti a soli tre rinnovi”, prosegue Pellecchia.

“Questo è un settore che ha 100mila dipendenti dove non si trovano autisti perché con un contratto di primo livello da mille euro al mese gli autisti non si trovano, a 12 ore di impegno massimo giornaliero”, denuncia Marco Verzari, segretario generale di Uiltrasporti. “E’ un settore dove il rischio delle aggressioni è alto e non soltanto per atti che sono tutti delinquenziali ma perché se si rende carente un elemento fondamentale per la mobilità delle persone, si crea lo stress nel rapporto tra l’utenza e chi ci lavora, rischiamo di avere un mandante involontario coloro che non finanziano un trasporto pubblico adeguato mettendo in contrasto utenza e lavoratori – aggiunge il segretario di Uiltrasporti -. Faremo anche un’iniziativa evidente sotto il ministero l’8 novembre per uscire dal ricatto delle imprese e dall’elemosina per i lavoratori quando c’è una finanziaria. Il parco è composto da circa 50mila vetture a livello nazionale, di queste poco meno del 20% è inadeguata. Delle circa 900 imprese del settore soltanto 20 coprono il 50% del fatturato”.

“C’è la mancanza di una riforma del settore che era stata affrontata con una commissione, la commissione Mattarella, che poi è stata disattesa e si è persa nelle nebbie”, afferma Mauro Mongelli segretario generale di Faisa Cisal. Da Uiltrasporti c’è anche preoccupazione in vista del Giubileo. “Non siamo assolutamente preparati, ai 30/35mln di pellegrini che gireranno tutta l’Italia – conclude Verzari -, si aggiungeranno turisti e chi viaggia per lavoro”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014