Alitalia ha un problema e forse anche Roma. L’aeroporto di Fiumicino. Che è poco accessibile e scarseggia in infrastrutture. Va bene, all’orizzonte ci sono i maxi-investimenti del gestore Adr (Benetton), ma per il momento la situazione non va.
Tanto da costringere i commissari di Alitalia, ascoltati questo pomeriggio al Senato, a suonare il campanello di allarme. Lo stato dell’accessibilità dell’aeroporto di Fiumicino “non sono all’altezza degli altri hub intercontinentali” e “su questo occorre essere molto franchi”, ha detto senza giri di parole il commissario Stefano Paleari. Di conseguenza, per Alitalia deriverebbe “un enorme beneficio
da condizioni di accessibilità più competitive” nello scalo. Tradotto, bisogna mettere mano allo scalo della Capitale.
Discorso diverso per quanto riguarda gli hub milanesi di Linate e Malpensa. “Il nostro posizionamento su Linate è molto forte e intendiamo mantenerlo, mentre ipotizziamo di far crescere Malpensa su alcune rotte”, aggiunge Luigi Gubitosi, altro commissario Alitalia. Gli fa eco Paleari, chiarendo come “il fatto che su Linate la metropolitana entro il 2021 collegherà l’aeroporto con il centro-città è importante per la posizione di Alitalia”.
Poche ore prima dell’audizione in Parlamento, lo stesso Gubitosi aveva inviato una lettera a tutto il personale, anticipando le prossime mosse della compagnia. Tre in sostanza i punti. Primo: malgrado la crisi, Alitalia tiene botta e a maggio i ricavi sono saliti a 250 milioni rispetto ai 240 dello scorso anno. Non solo. Le prenotazioni “dopo una brusca caduta nella prima metà del mese, hanno ripreso a crescere. Secondo, i tagli proseguono. Dopo quelli ai contratti di copertura sui carburanti,”il 25% dei dirigenti è stato o sarà avvicendato entro fine giugno”. Infine, i tre commissari della compagnia a luglio metteranno a punto il piano industriale e dopo l’estate si metteranno a tavolino a preparare la stagione estiva del 2018.