Ama paga, ma sempre più in ritardo. La municipalizzata dei rifiuti, alle prese con un piano industriale ancora tutto da attuare, come ammesso giorni fa dallo stesso numero uno Lorenzo Bagnacani, ha quasi raddoppiato i tempi medi di pagamento per le fatture. Il dato è contenuto in una tabellina contenente gli “indicatori di tempestività dei pagamenti”, espressi i giorni.
Ebbene, se ne le quarto trimestre del 2016 ci volevano in media 92 giorni per onorare un pagamento, nel 1* trimestre del 2017 i tempi si sono allungati a 118 giorni. Addirittura nei primi tre mesi del 2016 la tempistica media per saldare una fattura era scesa a 76 giorni. Ancora più brevi i tempi di pagamento a fine 2015, 41 giorni.
Certo, qualche passo in avanti in Ama è stato comunque fatto. Guardando alla media annuale infatti, se ne 2014 i tempi medi erano di 142 giorni, nel 2015 erano scesi a 101 per poi calare ancora a 95. C’è da chiedersi come si chiuderà il 2017, visto che le premesse non sono buone.
Intanto a cinque mesi dalla sua nomina al vertice dell’Ama, Bagnacani traccia una prima linea sul futuro della municipalizzata, i cui problemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti sono lontani dall’essere risolti. Approfittando di un movimentato e teso consiglio straordinario sui rifiuti dedicato anche ai guai di Ama e al suo migliorabile piano industriale, Bagnacani ha fornito all’Aula indicazioni sulle prossime operazioni di Ama per migliorare il servizio. O provarci almeno.
Prima questione, i mezzi, pochi e vecchi. “Stiamo acquistando mezzi e stiamo attuando quello che è il Piano industriale di Ama. Il piano è perfettibile e su questo sto operando per un’Ama del domani”. Da qui ai prossimi tre quattro mesi “la nostra flotta potrà beneficiare di circa 160-180 mezzi nuovi“, ha spiegato il manager, precisando come tale situazione “consentirà di ripristinare un livello di servizio sufficiente fino ad arrivare a un livello di servizio eccellente se negli anni andiamo ad applicare il nostro piano industriale con investimenti importanti sui me”.