Malagrotta: corsa contro il tempo per bonificare entro il 2027 la ex discarica di Roma

Il commissario unico, generale Vadalà, fa il punto sul progetto di «capping». Fra quindici giorni si conosceranno i vincitori degli appalti. All’inizio del prossimo anno avviati i cantieri

Nella guerra contro il tempo che il generale Giuseppe Vadala, commissario unico per la bonifica di Malagrotta (e le discariche abusive sul territorio nazionale), ha intrapreso non sono tollerate variabili. Le buste con le candidature alle due cruciali gare d’appalto per il trattamento della discarica più grande d’Europa sono pronte per essere aperte.

Quindici giorni ancora e si conosceranno i nomi delle società che hanno vinto gli appalti per realizzare il cosiddetto capping provvisorio, quel diaframma che dovrebbe isolare gli scarti misti, più la realizzazione di una rete di pozzi destinati al biogas e alla trattazione del percolato, la sostanza inquinante che gronda dai terreni di Malagrotta trasformandola in un unicum avvelenato in Italia e oltre.

«Mi auguro e lavoro perché entro i primi giorni del 2024 vengano avviati i cantieri», dice a ‘’Il Corriere della Sera’’ il generale, abituato a marziali tabelle di marcia eppure costretto a fare i conti con i mille imprevisti di un progetto monstre. Arrivare al 2026/27 con una discarica bonificata e l’obiettivo.

Un piano sul quale l’esecutivo attuale ha scommesso una cifra importante (250 milioni) e la reputazione di paese che onora i suoi impegni. I tempi, allora: «Sono la vera incognita di questo progetto perché sono molto stretti». Si voleva fare il punto sull’ex pattumiera di Roma. Ed ecco qui: i 240 ettari di Malagrotta, oggi, appaiono come una gigantesca distesa di graminacee. Un campo dimenticato in teoria che, nella realtà, vive ed evolve, carico com’è di tossine e materiali organici assieme: «I terreni di questa parte di città vengono sottoposti ad analisi di laboratorio periodicamente. Da sempre e in collaborazione con l’amministratore giudiziario della discarica ci preoccupiamo di conoscere i risultati».

A dieci anni esatti dalla chiusura di questo sito maleodorante quali sono le prospettive? «Al massimo entro il 2027 si dovranno completare le tre operazioni del capping definitivo, della soluzione al problema del percolato e della cinturazione del terreno», riepiloga il generale. L’ultimo passaggio servirà a terminare la copertura dell’area e a ripristinare il verde.

Infine: la procedura di infrazione che l’Europa ha avviato contro il nostro paese a causa dell’ambiente e delle discariche: «Abbiamo invertito la rotta — spiega Vadala — e risparmiato decine di milioni. Dobbiamo andare avanti cosi».

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