L’Assemblea capitolina ha approvato lo schema di rendiconto di bilancio del Comune di Roma relativo all’anno 2021 con 24 favorevoli, sei contrari e due astenuti. All’esito del rendiconto il bilancio del Campidoglio registra un accantonamento di oltre 5,6 miliardi di euro per salvaguardare le casse capitoline, a fronte di debiti e contenziosi previsti. La prima variazione al bilancio delle casse del Comune, che verrà licenziata nel 2022 a seguito dell’approvazione del rendiconto del 2021, prevederà 245 milioni di euro in più per i Municipi e i dipartimenti nel titolo degli investimenti.
L’assessora al Bilancio di Roma, Silvia Scozzese, illustrando in Assemblea capitolina lo schema di bilancio relativo all’anno 2021, ha spiegato: “Nella parte vincolata abbiamo 1 miliardo e 351 milioni di risorse destinate a obiettivi precisi. Una parte di queste sono state utilizzate già a novembre come avanzo presunto mentre la parte libera vale 245 milioni ed è tutta destinata a investimenti per dipartimenti e municipi”.
La capacità di riscossione dei tributi che pesa sul bilancio del Campidoglio si ferma al 34 per cento per quanto riguarda la tariffa sui rifiuti, la Tari, e al 20 per cento per quanto concerne le multe. Su “quasi 5 miliardi di accantonamento per i fondi di dubbia esigibilità” una parte rilevante riguarda “la tari e le multe” che “sono le imposte toccate in modo più rilevante”, ha spiegato l’assessora.
“La percentuale media di incasso dei 5 anni precedenti ammonta al 34 per cento per la Tari e al 20 per cento per le multe” e in particolare il peso della “Tari è molto rilevante, vale 1,62 miliardi di accantonamento a fondo del 2021 per 1,6 miliardi di residui attivi accertati e non spesi”.
L’assessora ha chiarito che “non avere disponibilità delle risorse accertate toglie risorse ai servizi e crea la sofferenza nella gestione della città” e per questo “entro l’anno dobbiamo avere un sistema che parta e dia risposte immediate”. A seguito dei rilievi delle opposizioni Scozzese ha anche precisato: “Non ho detto che i romani non vogliono pagare, è che spesso non arriva proprio la bolletta e dobbiamo cambiare tutto il sistema di riscossione”.