Categorie: Economia urbana

Canapa Mundi, sbarca a Roma la cannabis legale (e i suoi mille usi)

La fiera della canapa per superare i pregiudizi e creare impresa. Grande partecipazione all’evento di domenica

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Si è conclusa ieri Canapa Mundi, la fiera della canapa che si è tenuta presso la Fiera di Roma venerdì, sabato e domenica, dall’1 al 3 aprile. Oltre 11mila metri quadrati di allestimenti, 250 espositori ma soprattutto tantissimi visitatori di tutte le età – da giovanissimi a coppie e adulti – che hanno deciso di trascorrere un fine settimana nel mondo della cannabis legale. Un mondo che, dal punto di vista economico, ha visto una crescita vertiginosa nel volume del business, come nel numero delle imprese attive nel settore e che a Canapa Mundi hanno presentato i propri prodotti e dato sfoggio di creatività e di idee innovative. Alla base di questi prodotti non c’è il THC – il principio attivo che, oltre una certa soglia, è illegale – ma il CBD, ovvero quel principio attivo che può avere degli effetti positivi per la salute. Così, tra gli stand della fiera, i diversi brand hanno proposto le proprie specialità: birra, biscotti, manufatti ma anche infusi rilassanti, come quelli realizzati da un erborista di Canapando, uno degli espositori della fiera.

Canapa Mundi non si è limitata tuttavia ad un’impostazione business-to-business, ovvero la possibilità di acquistare prodotti a un prezzo scontato, ma sono stati organizzate anche mostre, spettacoli, incontri legati alla sostenibilità, nuove tecnologie, legalità, nutraceutica, medicina e bonifica biologica. Tra questi, la conferenza annuale sulla canapa, i workshop, fino alla sfilata di moda sostenibile e al corso per diventare sommelier della canapa.

I benefici di questa pianta sono noti sin dall’antichità e sono utilizzati nei campi più disparati, dalla bioedilizia sino alle arti culinarie. Le imprese del settore, tuttavia, si trovano ancora oggi a vivere problematiche tanto legate all’accettazione sociale e culturale della pianta, visto che spesso associa questo mondo a quello degli stupefacenti, come a quelle dell’approccio della politica al tema cannabis, diviso tra proibizionismo e diffidenza.

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