Puntare sugli agromercati all’ingrosso non solo per sfamare il globo, ma per costruire un mondo migliore, iniziando da filiere e infrastrutture agroalimentari. E’ l’obiettivo che si sono posti l’Unione mondiale dei Mercati all’ingrosso (Wuwm), la Fao e il Car di Roma, le massime autorità mondiali della nutrizione, dell’agricoltura, della distribuzione che si sono riunite a Roma per la 31esima Wuwm Conference, la conferenza mondiale dei mercati agroalimentari all’ingrosso.
“La partnership sul tema della corretta e sana alimentazione tra i centri agroalimentari all’ingrosso e la Fao è una svolta, così i mercati all’ingrosso non sono più solo una struttura commerciale, ma assumono una funzione culturale e sociale importante”. Parola di Fabio Massimo Pallottini, direttore generale del Car, il Centro agroalimentare Roma e presidente di Italmercati a margine della conferenza stampa di questa mattina presso gli uffici di ingresso del Centro Agroalimentare Roma.
“Dai lavori della conferenza – osserva Pallottini – sono emersi due impegni per i mercati agroalimentari. Portare la cultura dei mercati all’ingrosso nei Paesi in via di sviluppo e garantire il prodotto di qualità alle popolazioni locali e sensibilizzare i governi nei Paesi sviluppati con progetti sulla sana e corretta nutrizione. Andando avanti anche sul progetto di buone pratiche antispreco di cui l’Italia è un modello. Come è stato sottolineato in questi tre giorni giorni dagli altri colleghi intervenuti – aggiunge Pallottini -, i mercati agroalimentari sono un presidio di garanzia della sicurezza alimentare e sono depositari della fiducia del consumatore grazie alla qualità offerta e ai sistemi di controllo garantiti”.
Due anni dopo l’Expo di Milano intitolata ‘Nutrire il pianeta energia per la vita’, a Roma, dunque, raccolgono il testimone e aggiornano il concetto chiave di allora con un appello strategico, ‘Nutrire il pianeta di freschezza’. Lo scopo è lavorare per garantire il più facile accesso all’alimentazione di qualità, migliori condizioni di prezzo e controllo sanitario, bassi livelli di inquinamento e impatto ambientale e crescere puntando sempre più sull’internazionalizzazione, come ha sottolineato il presidente del centro agroalimentare romano, Walter Giammaria: “I nostri spazi su 140 ettari sono tutti occupati – sottolinea -, pensiamo di allargarci per venire incontro alle tante richieste di poter operare all’interno della nostra struttura. Siamo il mercato agroalimentare numero uno in Italia e quarto in Europa – ha aggiunto Giammaria – ma la nostra intenzione è arrivare ai vertici e aiutare sempre più le pmi che operano al nostro interno nella conquista dei mercati esteri”.
Il Car è una delle poche realtà ‘sane’ della Capitale con un bilancio basato su fatturati cospicui (17 milioni) e alte cifre di affari (2 miliardi), costantemente allineato al Piano industriale e chiuso in attivo da cinque anni (nel 2016 il Consuntivo supera 1 milione di euro prima delle imposte). Oltre ad essere una società oculatamente ben gestita (il debito è sceso del 4,5% e in gran parte deriva appunto dal mutuo per costruire la struttura), che consegna utili ai suoi Azionisti, Car Scpa ha ampi margini di crescita e prospettive di sviluppo ulteriore. Nonostante ciò la Regione Lazio, lo scorso marzo, ha annunciato di voler precedere alla dismissione attraverso l’asta delle quote del 26,79% detenute nella società Car Scpa.
“Spero che la Regione Lazio, un socio importante e determinante per il nostro territorio, ci ripensi sulla cessione delle quote che detiene nella nostra società – ha detto Giammaria – Questa è una struttura determinante, su cui i nostri soci dovrebbero anzi investire di più. Diamo una forte garanzia su sicurezza alimentare, equilibrio dei prezzi e tracciabilità. Oltre al fatto che da cinque anni presentiamo bilanci in utile. Il nostro centro agroalimentare, al pari della Fiera di Roma – ha concluso il presidente -, è un asse importante dell’economia del territorio. Le istituzioni dovrebbero quindi far crescere queste realtà”.