Le imprese del settore temono l’autunno: se continua così sarà quasi impossibile sostenere i costi di produzione
Le cooperative sociali nel Lazio rischiano grosso con l’aumento dei costosi energetici. A Roma e nel Lazio vi lavorano circa 25 mila persone, in compiti di assistenza spesso gravosi: si tratta di intervenire a favore di migranti, senza tetto, anziani e bambini con varie disabilità. Insomma tutto un welfare parallelo, che però ora rischia di andare in crisi per colpa del caro bollette.
Marcocci (Confcooperative Lazio): difficile sostenere i costi di produzione
“L’aumento delle bollette è particolarmente preoccupante soprattutto in funzione di quanti succederà questi autunno. Le nostre cooperative sono un anno che sono in difficoltà proprio per l’aumento dei costi energetici, e ora la situazione rischia di peggiorare – dice Marco Marcocci, presidente di Confcooperative Lazio – Abbiamo ridotto i margini, ma non so quanto possiamo continuare ancora”.
I riscaldamenti faranno salire le bollette
L’emergenza c’è dunque, e rischia di avere contraccolpi pesanti. Licenziamenti? Su questo Marcocci non si sbilancia, ma è chiaro che se la situazione dovesse continuare in questo modo il ricorso agli ammortizzatori sociali potrebbe essere inevitabile. Continuare infatti a far andare le cucine delle strutture di accoglienza, i riscaldamenti, gli apparecchi per le varie terapie ha portato a triplicare l’ammontare delle bollette. E c’è da considerare che queste strutture uscivano dal difficile periodo del Covid, quando hanno dovuto sostenere alti costi per i presidi sanitari.
Nei vivai è rischio default, alti i costi per riscaldare le serre
Per il caro bollette, in difficoltà anche le 1.300 imprese del Lazio, un terzo delle quali è in provincia di Latina. Secondo i Florovivaisti di Cia, per contrastare l’emergenza rincari, dalle materie prime ai costi energetici, servono subito interventi sul gasolio agricolo per il riscaldamento delle serre. Oltre all’abbattimento delle accise, occorre l’estensione del credito d’imposta anche per il gasolio a uso riscaldamento. Necessario anche un contributo, di natura fiscale, per l’acquisto dei fattori produttivi impiegati (substrati, fertilizzanti, sementi, etc). E ancora, in un periodo come quello attuale di crisi energetica, bisogna garantire davvero alle imprese florovivaistiche di produrre energia rinnovabile su serre, strutture di protezione e annessi produttivi. Questo vuol dire favorire gli investimenti delle aziende e l’integrazione al reddito, superando il limite dell’autoconsumo