Acqua, luce e gasolio per riscaldamento in testa. Secondo i dati elaborati dalla Uil di Roma e del Lazio non va meglio nemmeno per trasporti e alimentari
In arrivo bollette più salate per i romani dopo gli aumenti dello scorso mese di ottobre che ha visto crescere i prezzi di quasi tutti i servizi primari. Acqua, luce e gasolio per riscaldamento in testa.
Secondo i dati elaborati dalla Uil di Roma e del Lazio, infatti, rispetto allo scorso anno, la fornitura d’acqua ha subito un incremento del 4,7%, l’energia elettrica del 4,3% e il gasolio per riscaldamento segna addirittura un più 5,3% rispetto a ottobre 2016. Che tradotto, significa ben 5 euro in più su una bolletta di 100 euro.
Non va meglio per il settore alimentare, dove a ottobre si assiste a un’impennata del costo dei vegetali che registrano un più 8,4% rispetto allo scorso anno e un più 7% rispetto a settembre, mese in cui i prezzi avevano già subito un forte aumento. Anche acquistare la frutta costerà un po’ di più del 2016 (+2,2%), così come il pesce che aumenta dell’1,7%. Ma non è finita. Al carrello della spesa e al costo delle bollette, si aggiungono gli aumenti dei servizi ospedalieri (+2,4%) e dei trasporti. In particolar modo quello su rotaia. Per raggiungere la Capitale infatti si spenderà il 3,2% in più e prendere un volo costerà oltre il 12% in più rispetto all’anno scorso”. Così in una nota Uil di Roma e del Lazio.
“Incrementi dei beni primari che cozzano con lo stato di crisi dei romani, alle prese ancora con chiusure di attività commerciali, improvvisi trasferimenti nelle sedi del nord Italia, licenziamenti e vertenze aperte – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – A Roma inoltre un’impresa paga il 24% in più di Irap rispetto a Milano e i lavoratori hanno un’addizionale Irpef superiore del 40%. Il tutto mentre il Pil è sceso di 5,5 punti al di sotto rispetto a quello del 2008”.
“Unica magra consolazione – conclude la nota – in questo scenario il calo del costo dell’istruzione universitaria che, per la prima volta dopo anni, registra una diminuzione di circa il 40%”.