Chiude la discarica di Albano Laziale, ma non si ferma la la battaglia contro i rifiuti della Capitale nei territori a sud di Roma. Associazioni, comitati di quartiere e amministratori locali si battono contro la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba, che ricade nei confini del Municipio IX di Roma.
Come previsto dall’ultima ordinanza del sindaco Roberto Gualtieri la discarica di Albano Laziale verrà bonificata. Nel sito, a sud della città, Ama trasportava 1.100 tonnellate al giorno di rifiuti provenienti da Roma. “Un altro passo avanti per la Capitale verso l’autonomia nella gestione della raccolta e dello smaltimento”, hanno commentato gli esponenti del Pd capitolino, la capogruppo, Valeria Baglio, e il presidente della commissione Ambiente, Giammarco Palmieri. “È il primo frutto di scelte virtuose che questa amministrazione e il sindaco Gualtieri, come commissario di governo, hanno operato per portare Roma fuori dalle emergenze ricorrenti che significavano anche la ricerca e il trasporto di siti in altri territori, costosi e inquinanti”, hanno aggiunto.
Nel frattempo Palazzo Senatorio, di concerto con l’azienda capitolina per la gestione del ciclo dei rifiuti, ha riorganizzato gli sbocchi. Le 1.100 tonnellate giornaliere di rifiuti di Albano Laziale, che devono essere sottoposte a trattamento prima di finire in discarica, sono state ricollocate – fanno sapere da Ama – in altre società con cui ci sono contratti già in essere a partire dal 27 febbraio scorso.
Tuttavia nelle province a sud della città non placano le polemiche. Il 22 febbraio scorso, con una delibera di giunta, il Comune di Albano Laziale, congiuntamente a una nota di indirizzo del sindaco del Comune di Ardea, ha reso noto di aver “affidato l’incarico all’avvocato Claudio Tamburini per ricorrere al Tar a tutela dei nostri territori”.
“L’atto – ha spiegato il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borrelli – è conseguente alla mancata risposta, da parte del commissario straordinario di governo per il Giubileo (Gualtieri, ndr) alla richiesta di incontro urgente inviata da venti sindaci della provincia”. Intanto per il 5 luglio prossimo è atteso il pronunciamento del Tribunale amministrativo del Lazio su un altro ricorso – presentato dal Comitato No Inceneritore a Santa Palomba e dall’associazione Vas – sempre contro la realizzazione dell’impianto che dovrà smaltire 600mila tonnellate di scarti indifferenziati l’anno.