Condotte, Stato garantisce solo 60 mln di prestito ponte

E non 190 mln, costretta a cedere quota Cociv. Sindacati pronti alla mobilitazione

Il Ministero dell’Economia è stato in grado di rifinanziare solo in parte il fondo di garanzia per i prestiti alle grandi imprese in crisi, in misura tale da garantire a Condotte d’Acqua in amministrazione straordinaria solo 60 milioni di euro di prestito ponte, rispetto ai 190 milioni individuati dai tre commissari di governo come cifra target per poter riattivare i cantieri e la continuità aziendale.

Il prestito-ponte, inoltre, nonostante la garanzia statale autorizzata dalla Commissione Ue a metà dicembre, non sarà erogato dalle banche private, ma arriverà da Cassa Depositi e prestiti. E’ quanto comunicato stamattina al tavolo di crisi al Mise dai tre commissari Matteo Ugetti, Giovanni Bruno e Alberto Dello Strologo e dai rappresentanti del Mise, tra i quali il vice-capo di gabinetto Giorgio Sorial.

Con 60 milioni di liquidità anzichè 190, hanno spiegato i commissari, il piano industriale deve essere rifatto, con la “continuità aziendale” di Condotte molto ridimensionata; da qui la richiesta di proroga nei giorni scorsi fino al 7 marzo. E in particolare dovrà essere ceduto il 31% ancora in mano a Condotte nel consorzio Cociv, il Terzo Valico ferroviario di Genova, che vale per Condotte circa un miliardo di euro di valore residuo. Il piano sarà presentato entro febbraio.

I sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, si dicono pronti a lanciare la mobilitazione per l’intero Gruppo di Condotte. “Condotte – spiegano Feneal, Filca, Fillea in una nota – è impegnata in una fase delicata e complessa per i suo destino. Occorrono 190 milioni di euro a garanzia di un piano sostenibile che salvaguardi l’occupazione e la realtà industriale, ma oggi abbiamo avuto conferma che le risorse disponibili nel fondo del Mef a garanzia del prestito ponte sono solo 60 milioni. Questo perché nel Dl Semplificazioni si è scelto di non procedere al rifinanziamento del fondo, una scelta ben precisa che condanna l’azienda e migliaia di lavoratori tra diretti e indotto, impegnati nella realizzazione delle opere. Questa scelta conferma l’assoluta mancanza di attenzione verso il settore delle costruzioni e la totale assenza di una strategia di politica industriale da parte del governo, che oggi fa il paio con le incertezze sulla Tav e sul Nodo ferroviario di Firenze. Quest’ultimo, ad esempio, è una delle opere in corso di realizzazione da parte di Condotte, oltre all’AV Milano-Genova e Milano-Venezia, alla Lioni-Grottaminarda, al Tunnel del Brennero e alla Città della Salute di Milano. Il tempo è scaduto – proseguono i sindacati – e già da oggi sono in programma numerose assemblee nelle sedi e nei cantieri.”

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