Sono numerosi i profili di irregolarità rilevati nell’azione amministrativa dell’Istituto di previdenza e assistenza per i dipendenti di Roma Capitale (Ipa), contrassegnata dal patologico ricorso a gestioni commissariali, dall’assenza di un assetto organizzativo interno e da diffuse illegittimità nel ricorso alla somministrazione di lavoro. È quanto afferma la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per il Lazio nella relazione, approvata con Delibera n. 28/2023/Gest, che evidenzia la grave situazione di opacità della gestione contabile di Ipa, comprovata – sottolinea la magistratura contabile – da lacune e ritardi negli adempimenti di bilancio alla base dei profili di inattendibilità delle scritture (più volte rimarcati dal Collegio dei revisori) e dall’incertezza dei rapporti finanziari di credito/debito con Roma Capitale.
Nel documento, che mette in luce i principali aspetti della gestione amministrativa, finanziaria e contabile dell’istituto previdenziale nei suoi rapporti con l’amministrazione capitolina, i giudici contabili hanno rilevato aspetti di scarsa trasparenza nelle regole sull’erogazione dei prestiti agli iscritti e sulla valutazione del merito creditizio, con plurime situazioni di sofferenza nel rimborso e necessità di intraprendere numerose iniziative di recupero dalle prospettive incerte.
Al problematico contesto regolatorio e operativo – aggiunge la Corte – si è associato, negli ultimi anni, un sensibile deterioramento della situazione finanziaria e patrimoniale, favorito dalla continua decrescita del numero degli iscritti, con significativo impatto sulla liquidità e sulla continuità a breve delle attività, a fronte dei rilevanti costi di gestione. È emersa, altresì, nel corso degli anni, la sostanziale inerzia dell’amministrazione comunale nell’esercizio dei propri compiti di indirizzo e vigilanza sull’istituto, concretizzatasi con la mancata analisi sui rapporti tra l’Ipa e le prestazioni di welfare già erogate ai dipendenti tramite altri organismi partecipati, con il rischio di possibili duplicazioni con l’attività istituzionale dell’Inps, nella concessione di prestiti ai dipendenti pubblici.
Le iniziative – conclude la Corte – recentemente intraprese dall’amministrazione per definire un nuovo assetto giuridico e operativo di Ipa risultano ancora prive di una strategia precisa e di una concreta analisi di fattibilità, tanto sul piano amministrativo e gestionale, quanto su quello economico-finanziario, ed evidenziano la necessità che ogni decisione sull’assetto giuridico e operativo dell’istituto sia preceduta da un’immediata attività di due diligence sull’effettiva situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’Istituto stesso, funzionale all’assunzione di determinazioni consapevoli circa il suo mantenimento o la sua liquidazione. A fronte dei rilievi formulati dalla Corte dei conti, Roma Capitale dovrà adottare le necessarie misure correttive entro sei mesi dal deposito della relazione.