“Sembrava che la crisi di Alitalia avesse imboccato un binario complesso, ma tuttavia percorribile. Purtroppo le notizie che emergono dalla stampa tornano a destare grande preoccupazione”.
Lo dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. “Il dato più eclatante è che Alitalia è uscita dall’alleanza con Delta sulle rotte intercontinentali, soprattutto sul Nord America, e questo dà un duro colpo sulle prospettive future dell’azienda – prosegue il sindaco – Teniamo conto che Alitalia ha in cassa, in questo momento, circa 100 milioni di euro ed è sopravvissuta grazie alla campagna di prevendita dei biglietti per la stagione estiva.
Ma il momento di picco degli incassi, che è la primavera, ha subito lasciato il posto al momento di picco di spesa, che è appunto l’estate in cui si incrementano i voli.
“La situazione è, dunque, molto preoccupante“.
“Questo soprattutto alla luce del fatto che i liquidatori non hanno lavorato in alcun modo per incidere sulle spese strutturali – sottolinea ancora Montino – Il leasing continua a costare circa il 40-45% in più dei prezzi di mercato, il carburante viene pagato di più rispetto alle altre compagnie, la manutenzione è del tutto esternalizzata con costi elevatissimi, i servizi non sono razionalizzati. In sostanza, le grandi voci di spesa sono rimaste inalterate.
Alitalia, oggi, è un’azienda che vivacchia e non ce lo possiamo permettere. Con queste premesse è inevitabile aspettarsi, da settembre, una situazione di fermo e, quindi, di ulteriore crisi”. “Serve una stretta definitiva sulla cordata che si è proposta per il salvataggio di Alitalia – incalza il primo cittadino -.
Bisogna portare avanti un’adeguata azione su Delta per implementare e consolidare l’alleanza e si deve chiudere, immediatamente, un’ipotesi di piano industriale con gli operatori e i partner più affidabili che si sono fatti avanti.
Entro settembre serve un serio piano di rilancio: non si può aspettare oltre. E nessuno pensi di cogliere l’occasione per svendere l’azienda”. “La crisi di governo in atto non può bloccare la risoluzione delle crisi aziendali, perché le aziende operano anche in tempo di instabilità politica – conclude – Tra queste, anche Alitalia.
E per noi sarebbe insopportabile un’ulteriore crisi che coinvolgerebbe 12 mila persone di cui circa la metà, tra diretto e indotto, gravitano sul territorio di Fiumicino.
Il governo faccia i passi necessari per procedere velocemente alla risoluzione”