La tragedia dell’uccisione di una ragazzina di 16 anni, probabilmente drogata e violentata da un gruppo di persone, dopo il dolore immenso, lascia aperte alcune gravi riflessioni. Come può essere accauto tutto questo? Come è possibile che in una capitale di un paese del G7, nell’anno 2018, il degrado sia tale da consentire che ci siano delle zone franche in cui non solo è assente una qualsivoglia parvenza di legalità, ma in cui tutto è permesso?
E’ purtroppo noto che intere zone di alcuni quartieri del centro di Roma sono in ostaggio di delinquenza e criminalità. San Lorenzo ne è forse il paradigma più grave. Da quartiere operaio è diventata zona ‘universitaria’, e nel corso degli anni è stata conquistata da spacciatori di sostanze di ogni tipo e da venditori abusivi di alcolici. Non sono infrequenti gli insediamenti illegali, a ridosso delle mura del cimitero del Verano, e gli stabilimenti industriali abbandonati sono rifugio di senzatetto. Ovviamente la criminalità si serve degli ‘ultimi’ per le sue attività di bassa manovalanza. Tutte le zone della ‘movida’, da Trastevere a Testaccio, fino a via Libetta e Campo de’ Fiori, sono teatro di spaccio, di risse, di ubriacature moleste, disegnando una vera e propria ragnatela del degrado, dove i giovani possono dare sfogo a un malinteso senso di libertà, e cadere vittime dei peggiori ‘orchi’.
Desirèe aveva sedici anni. Ebbene, è proprio questa fascia d’eta quella più a rischio: basta uscire nelle sere del fine settimana e fare un giro a Campo dè Fiori per rendersi conto che la media è nella fascia fra i 16 e i 20 anni. Giovani, giovanissimi ragazzi che finalmente liberi dalle famiglie, possono ‘sfasciarsi’ fino a notte tarda, con l’ausilio di un po’ di cocaina (che si trova ad ogni angolo) o di qualche ‘shottino’. Eppure la vendita di alcolici sarebbe loro vietata. Ma aggirare i divieti è cosa facilissima. E così si è sempre più preda della ragnatela e delle sue trappole; così le coscienze si alterano, così le forme comunicative diventano quelle dell’aggressività che sfocia in violenza, o la ricerca del sesso ‘facile’ che degenera in stupro.
I residenti hanno più volte denunciato quanto accade, hanno protestato e insediato comitati di quartiere. Le forze dell’ordine, in alcuni casi, provano a presidiare il territorio e ad effettuare controlli presso gli esercenti. Ma il degrado pare inarrestabile. Si tratta di un degrado sociale e culturale, ancora prima che ‘politico’. Si è lasciato che Roma diventasse terra di nessuno. Si è consentito un progressivo lassismo, in un panorama in cui, adesso, mancano proposte di vero arricchimento culturale per i cittadini. La percezione che i turisti hanno è che qui qualsiasi cosa sia permessa. E forse bisognerà cominciare a porsi qualche domanda su che tipo di educazione e di controlli da parte delle rispettive famiglie abbiano i ragazzi che si ‘sfasciano’ ogni week end. E bisognerà cominciare, prima o poi, a bonificare le isole di illegalità che proliferano.
A Roma, però la ragnatela è concentrica. Non bisogna fermarsi agli ormai noti quartieri del centro pieni di ‘pub’. Il degrado parte dalle periferie, dagli immensi quartieri senza anima che producono generazioni di cittadini senza anima. Fino al suo hinterland. Desirée veniva da fuori Roma: attirata dalle luci della città, è finita per cadere nella sua oscura ragnatela.