Elezioni regionali: con il voto del Lazio in gioco il futuro della Capitale

Alla vigilia del voto l’operazione spregiudicata dei FdI, Donzelli-Delmastro , contro i dem arroventa il clima politico a livello nazionale. Mentre la collaborazione con il destra-centro, secondo i sondaggi destinato a conquistare la maggioranza della Regione, è necessaria per il futuro della Capitale, gestita dal Pd.

Questo fine settimana la popolazione del Lazio dovrà votare per il nuovo ‘’Governatore’’ e la nuova Amministrazione della Regione. Stando ai sondaggi sembra certa la vittoria del candidato destra-centro, Francesco Rocca, rispetto al Pd e al M5S, che, diversamente rispetto alla collaborazione nella giunta uscente, hanno deciso di presentarsi divisi con rispettivi candidati, Alessio D’Amato e Donatella Bianchi, più o meno consapevoli, di andare incontro a una sconfitta.

 

La prospettiva di un risultato scontato in partenza, potrebbe favorire l’astensione, che nelle scorse elezioni del 2018 è stata di circa il 34 per cento. Nei cittadini potrebbe invece farsi strada la consapevolezza dei danni sul futuro della Capitale, che potrebbero venire da una contrapposizione della gestione della città metropolitana di Roma, retta da una giunta Pd, con quella della Regione, che sembra destinata a una amministrazione di destra-centro.

 

Ci spinge anche ad una riflessione l’operazione politica, condotta dalla coppia Giovanni Donzelli-Andrea Delmastro, i due esponenti di FdI rispettivamente vicepresidente del Copasir ( Comitato per la sicurezza) e sottosegretario alla Giustizia, che hanno portato un calunnioso affondo nei confronti del Pd, strumentalizzando una visita di parlamentari dem all’anarchico Alfredo Cospito, in carcere e in sciopero della fame, lasciando trasparire un’ombra di complicità con alcuni mafiosi per l’abolizione dell’art. 41 bis, un particolare regime carcerario, noto come carcere duro per non consentire contatti con l’esterno.

 

Alla vigilia di due importanti tornate elettorali, come le regionali nel Lazio e nella Lombardia, che dovrebbero svolgersi in un ambiente di sereno confronto, il Paese assiste invece a livello politico nazionale a un grave rotturadei rapporti fra maggioranza ed opposizione. Tanto che alcuni osservatori stigmatizzano la spregiudicatezza del leader Giorgia Meloni che non ha preso chiaramente le distanze dall’iniziativa dei due suoi parlamentari, lasciando maturare una crisi dei rapporti con l’opposizione, che potrebbe pregiudicare la stessa legislatura e il varo delle necessarie riforme.

 

‘’ Solo un premier irresponsabile – arriva a scrivere il vicedirettore di ‘’La Repubblica’’, Carlo Bonini, giornalista con una grande esperienza di giudiziaria – decide di giocare cinicamente con il destino di un detenuto in sciopero della fame, trasformandolo in un martire da consegnare all’esempio o, peggio, alla violenza terrorista di un fronte anarco-insurrezionalista che, fino a due settimane fa, non registrava alcun particolare allarme nei sensori dei nostri apparati di sicurezza.’’

 

Il Lazio è una regione particolare. Su un totale di 5 milioni e 700 mila abitanti, 4 milioni 253 mila vivono nella Città metropolitana di Roma Capitale, a cui fanno capo 120 comuni. La più popolata delle altre province è Latina con 562 mila abitanti, seguono Frosinone con 477 mila, Viterbo con 309 mila e Rieti con 153 mila. Cosicchè sul risultato elettorale gli abitanti della Città metropolitana di Roma hanno un peso determinante.

 

E anche se il sindaco Roberto Gualtieri tarda a rilanciare Roma come aveva promesso, i romani, al di là del partito che sceglieranno di votare, non possono non tener conto del brutto clima a livello nazionale fra maggioranza e opposizione, che potrebbe riflettersi anche a livello locale, proprio quando la Capitale ha di fronte un futuro particolarmente impegnativo, dal Giubileo all’eventuale Expo 2030, nel quale i rapporti fra Comune e Regione sono fondamentali.

 

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